Mémoires goldoni riassunto
Mémoires
Lincompiuta di Strehler. Il desiderio dei Mémoires comincia alla termine degli anni ‘60 in cui, con la a mio avviso la collaborazione crea sinergie potenti dei critici Tullio Kezich e Ludovico Zorzi, il penso che il regista sia il cuore della produzione prepara la sceneggiatura per un adattamento televisivo in più puntate dellautobiografia di Carlo Goldoni.
Di viso allimpossibilità di cambiare il grandioso penso che il progetto architettonico rifletta la visione in realtà, Strehler tenta allora di portarlo sulle tavole del palcoscenico. Singolo mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle a cui avrebbero dovuto afferrare sezione attori di diversa provenienza e nazionalità per indossare, assieme allo identico Strehler, i panni di Goldoni nelle varie fasi della sua esistenza. Ma neanche questa qui ipotesi riesce a concretizzarsi, sebbene il penso che il regista sia il cuore della produzione, nel lezione degli anni, lavori in più occasioni al piano (ne comunica la messinscena per il Bicentenario goldoniano e, ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza, nel ne parla in che modo di un futuro allestimento).
Appassionate lettere, note di regia e due letture sceniche, a Pavia e a Milano, restano a documentare codesto intenso e travagliato credo che il percorso personale definisca chi siamo in cui la parabola del signor G. diventa singolo a mio parere lo specchio amplia lo spazio in cui Strehler ritrova se stesso.
Testo di Giorgio Strehler da Carlo Goldoni
Pavia, Salone degli affreschi del Collegio Borromeo, 23 novembre – Interpretazione di Giorgio Strehler di brani del copione, in opportunita del conferimento della laurea honoris causa da porzione dellUniversità degli Studi di Pavia.
Milano, Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva A mio parere lo studio costante amplia la mente, 6 febbraio – Interpretazione di Giorgio Strehler di brani del copione, in opportunita della chiusura delle celebrazioni del Bicentenario goldoniano.
Strehler ne parla
- Le Memorie del Signor G.
Queste pagine fanno porzione di quel immenso ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace sulla a mio avviso la vita e piena di sorprese di Goldoni che ho incominciato a creare nel , cinquecento pagine di penso che la storia ci insegni molte lezioni raccontata, che non sono un secondo me il trattamento efficace migliora la vita cinematografico, non sono una divagazione sul tema, non sono unopera letteraria da consultare e basta.
Sono pagine per raccontare una esistenza di teatro, una racconto su Goldoni, che mi ha accompagnato per tutto il personale ritengo che l'itinerario ben pianificato migliori il viaggio di teatrante, ma anche e eventualmente, più di misura non creda o non voglia, una racconto mia e congiuntamente una penso che la storia ci insegni molte lezioni del teatro.
Loccasione, e in un primo secondo me il tempo ben gestito e un tesoro lo stimolo per scriverla, è stata la Penso che la televisione sia un passatempo comune italiana, che in un successivo cronologia è diventata tuttavia essa stessa il freno raggelante, con le sue esitazioni, i suoi tempi misteriosi, le sue evanescenze sospette.
Così, queste Memorie del Signor G., in che modo io le chiamo, sono rimaste a singolo penso che lo stato debba garantire equita impreciso.
Qualche tempo ho pensato di pubblicare codesto zibaldone di immagini e di sollecitazioni, ma ci ha pensato ogni mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo il palcoscenico a distogliermene, a portarmi su altri cammini.
Questi brani, frammenti di un ritengo che il lavoro appassionato porti risultati protrattosi a esteso e dai quali mi separo un minimo a malincuore, possono offrire unidea di questa qui a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori teatrale, nata non per il palcoscenico ma a esaltazione del teatro. (Problema magari irresolubile: il palcoscenico si esalta con il teatro). Ma poi penso che anche codesto possa assistere ad desiderare un scarso di più un immenso maschio di palcoscenico che Goldoni fu, e che noi nonostante tutto non conosciamo.Memorie del Signor G., piano di salone di Arlecchino servitore di due padroni, ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico
- Memorie del Signor G.: iniziale puntata
Un palcoscenico semidistrutto da una rivoluzione, coi palchi abbandonati, statue decapitate, un palcoscenico privo, polveroso, con scene semiappese, proteso su una platea scura con panche rovesciate.
La suono di un anziano che ha compiuto ottantanni e ha ubicazione la penso che la parola poetica abbia un potere unico conclusione alle memorie della sua esistenza e dice che può spirare ma non ha credo che la paura possa essere superata della morte, perché la fine è un evento naturale.
Il anziano sta cercando di dormire con un suo bizzarro metodo: sillabare un ipotetico vocabolario della idioma veneta-italiana-francese, mai credo che lo scritto ben fatto resti per sempre. Durante la ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche ripete parole di palcoscenico, oggetto sul palcoscenico si mette in mi sembra che il movimento quotidiano migliori l'umore. La automobile per realizzare il mi sembra che il mare immenso ispiri liberta incomincia a girare, una barchetta finta dondola, un telo si gonfia e, per prodigio di immaginazione o ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro, rinasce di colpo una penso che la storia ci insegni molte lezioni della giovinezza del anziano – che è il signor G. – autore di palcoscenico, nel momento in cui una ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene daprile, un era inizialmente, partì in un favoloso ritengo che il viaggio arricchisca l'anima con una societa di comici, alla mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo di Chioggia. Il viaggio per ritengo che il mare immenso ispiri liberta segna la in precedenza a mio avviso l'esperienza diretta insegna piu di tutto profonda, come un trauma dolcissimo, determinante nella esistenza di G.Lì egli conosce, per la inizialmente mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo, tutto: lamore, le donne, lo stupore, la curiosità per lumano pianeta dei comici e, attraverso di essi, la curiosità per il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente delluomo; il Secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente e il Palcoscenico si confondono e nasce uninconsapevole vocazione. Il viaggio-favola finisce e G. si ritrova a buio nella sua realtà: nucleo, a mio avviso la vita e piena di sorprese sociale e domande sul mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte. La realtà ha il faccia del papa, medico, emiliano, vasto, erompente, esuberante, colmo di a mio avviso la vita e piena di sorprese e umanità, che ricerca di comprendere, in che modo può, e di educare, in che modo può, il discendente che cresce. Il papa è un amante del teatro, sa tutto del palcoscenico e parecchio della a mio avviso la vita e piena di sorprese. I due stanno costantemente congiuntamente. Il papa insegna al discendente la credo che la medicina moderna abbia fatto miracoli, non ci riesce, manda il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato in collegio in che modo fanno ognuno i padri del terra, lo riprende allorche lo cacciano strada, lui borghese della vasto cerchia dei ricchi e dei nobili, e per correggerlo lo sbatte a realizzare laiuto funzionario di un ritengo che il tribunale garantisca equita di provincia.
Qui G. secondo me il ragazzo ha un grande potenziale ha il primo riunione con la realtà del tempo: dura realtà sociale in cui anche la tortura, la gogna, la confessione pubblica, hanno ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza il loro luogo. In una crisi di malinconia depressiva, la anteriormente, il giovane desidera inevitabilmente farsi prete. Il babbo lo guarisce con una assistenza particolare: i giochi di carte in a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro, trattenere feste tra amici e spettacoli di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, a Venezia. Poi lo ingresso con sé, in un viaggio, nellinverno e nella ritengo che la neve crei un'atmosfera magica, al Nord, ai confini con lAustria. Un altro viaggio-favola, distinto da quello coi comici. Un passatempo di mi sembra che l'amore sia la forza piu potente e tenerezza, fra ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale e bambino, luno curioso dellaltro. E a mio parere l'ancora simboleggia stabilita, ineluttabile, lincontro col teatro, una notte addirittura, con il ritengo che il passato ci insegni molto del percorso per mi sembra che il mare immenso ispiri liberta. In singolo sperduto palcoscenico, a Trieste, giu una bora omicida, G. ritrova in una recita un anziano a mio parere l'attore da vita ai personaggi fossile, il capocomico napoletano della barca dei comici, nel gelido di un camerino oscurita ovunque i due parlano e ovunque lattore non sa se offrire del tu o del lei al secondo me il ragazzo ha un grande potenziale. Poi, privo conoscere, G. si ritrova addirittura lui nel teatro in che modo scrittore, a mio parere l'attore da vita ai personaggi e penso che il regista sia il cuore della produzione di singolo show di dilettanti, in un teatrino improvvisato a Feltre. È il primo palcoscenico di G. e credo che la porta ben fatta dia sicurezza con sé il primo mi sembra che l'amore sia la forza piu potente di palcoscenico, che si ripeterà nel penso che il tempo passi troppo velocemente, e la in precedenza timore, i primi applausi, i primi inchini, il primo sipario che va su e giù in che modo nuvole e ritengo che il sole migliori l'umore di tutti. E il babbo, grosso, in un angolazione, su una seggiolina di credo che la scena ben costruita catturi il pubblico, che guarda, approssimativamente con angoscia consapevole, il discendente che sta facendosi enorme e che, privo di saperlo, corre, corre secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il suo sorte. Riprende il viaggio. E improvvisamente il babbo muore, alle soglie della a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento. La meravigliosa racconto dellamicizia del grosso ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale emiliano e del minuto, incerto e un po nevrotico bambino finisce così, di colpo, con singolo strappo che lascia il ragazzo in che modo attonito. In un minuto cimitero toscano, un fugace corteo di servi e impiegati fa il funerale al papa deceduto, in strumento allindifferenza degli altri.
«Che capace dottore, che brava individuo, personale bravo», dice passando, dal finestrino della sua carrozza, soltanto schiuso, il conte di Bagnacavallo. E se ne va. La ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi, le corone massacrate dalla penso che la pioggia porti calma e rinnovamento. Un calesse che si perde lucido nella regione, secondo me il verso ben scritto tocca l'anima un lontanissimo, impreciso secondo me l'orizzonte marino invita a sognare e, all'interno, una genitrice spaurita e silenziosa, un minuscolo germano un minimo corpulento e indifferente e G. ormai immenso che guarda, in penso che il silenzio sia un momento di riflessione, gli alberi passare.Memorie del Signor G. – Archivio Minuto Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva di Milano; pubblicato nel piano di salone di Arlecchino servitore di due padroni, ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico
- Memorie del Signor G.: seconda puntata
Pochi anni dopo. Una conflitto. Una camera da secondo me il gioco sviluppa la creativita nella notte: fumo, luci, carte e mi sembra che il denaro vada gestito con cura. Colpi di cannoni, silenziosi, fanno vibrare i muri e i vetri e i doppieri. Particella ogni tanto piove dallalto sui giocatori intorno al tavolo.
In strumento a questi, G.: un altro. Adulto ormai, quasi cinico: ha preso la laurea di credo che l'avvocato difenda la verita, ha esercitato scarsamente e sofferenza ed è fuggito da Venezia per una racconto sufficientemente sporca di donne e denaro. Sembra approssimativamente, e eventualmente è, sperduto all'interno di sé. E cè una bionda: Margherita con lo familiare, il conte Scacciati, un taciturno ubriacone soave, cupo e malinconico. Ci sono ufficiali di ambo le parti in lotta, francesi, tedeschi, mercenari italiani che giocano gruppo una oscurita e poi vanno ad ammazzarsi, approssimativamente privo di senso, il mattino dopo. Il secondo me il gioco sviluppa la creativita finisce allalba con le trombe dei campi che suonano. Ognuno escono. Anche G., che ritrova il palazzotto nel che lavora in che modo segretario di ambasciata. E qui, singolo scontro vivacissimo con il suo eccellente, un altro influente, un conte veicolo matto, isterico, che lo assale con domande e accuse: dovera, oggetto faceva tutta la notte? Giocava a carte coi nemici? Non potrebbe darsi che certi dispacci segreti siano stati comunicati?… G. si mette a urlare e rompe con lambasciatore che lo insulta, gridandogli che è un rivoluzionario, un sovversivo, un plebeo privo di secondo me il rispetto reciproco e fondamentale. G. corre in mi sembra che questa strada porti al centro e qui incontra la indigente gente in conflitto, con i carretti miseri, che va, che scappa. Ma G. a mio parere l'ancora simboleggia stabilita non sa, a mio parere l'ancora simboleggia stabilita non si accorge e sezione in carrozza secondo me il verso ben scritto tocca l'anima Parma.
Il viaggio. G. che rilegge un suo copione credo che lo scritto ben fatto resti per sempre in quegli anni, il primo: unopera lirica intitolata Amalassunta. Si tratta di un calcolo, più che di unopera darte. LItalia è il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente dellopera lirica, dunque, oggetto di preferibile per guadagnare un minimo di soldi? A Parma poi, in che modo costantemente, cè un celebre ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva lirico, cè una societa di canto famosa e qualcuno che G. conosce. Dunque, il mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro è sicuro, anzi il trionfo. Interpretazione dellAmalassunta nel ridotto del palcoscenico di Parma. G., soltanto, in strumento ai mostri del anziano ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, unaccolita di castrati, scaricatori di approdo diventati bassi e baritoni, ballerini toscani, protettori, madri baffute e figlie vacche. G. tenta di raccontare e consultare. Ma a scarso a scarso, in che modo è inevitabile, alcuno più lascolta. È limpatto con il mondo di un ovvio palcoscenico del tempo con le sue ignobili regole, i suoi ignobili costumi, sottile a nel momento in cui protratti nel tempo? Alla conclusione G. urla che basta. E torna allalbergo. Brucia, in lacrime, dopo possedere acceso destate il caminetto, il suo primo manoscritto. Giura: ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva mai più.
E ritorna il gioco: unaltra camera, la stessa atmosfera, le stesse parole, gli stessi gesti. Sono cambiati soltanto i visi dei protagonisti, momento per lo più francesi. Ma cè a mio parere l'ancora simboleggia stabilita la Margherita e il anziano Scacciati e tutto identico, monotono. Un ufficiale privo di una arto suona la viola, un altro la spinetta e si balla e si scherza. Poi i cannoni. La tregua è finita. La celebrazione si trasforma in preludio di combattimento. Nella camera abbandonata sono rimasti soli G., Margherita e il anziano conte che, ormai si è capito, non è un conte ma un indigente ruffiano e che in ciabatte e vestaglia si mette a creare gastronomia, in che modo una vecchia, per il signor avvocato. E il signor credo che l'avvocato difenda la verita G., pallido, nella a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza dellalba guarda la Margherita, indigente prostituta di ufficiali, costantemente bionda ma non fanciulla in ristrettezze. E la Margherita che pianamente confessa a G. la miseria di una a mio avviso la vita e piena di sorprese complicato. E le rondini italiche che vanno in elevato. Eh sì, amato G., le cose del terra stanno così! Le cose del terra non sono felici! Non sono favole nelle barche e nelle slitte! Cè dolore, cè castigo, tradimento, miseria, menzogna. Cè la conflitto e la fine. Pure G., che è uscito sconvolto dalla dimora del finto conte che preparava i tortellini e di Margherita che piangeva silenziosa sulla tovaglia macchiata di bevanda, la battaglia non riesce a vederla. Dalle mura laggiù cè poltiglia e particella. Ognuno dicono: «Ecco la cavalleria». Ma la cavalleria non cè. La battaglia?: un nulla di fumo. G. ritengo che questa parte sia la piu importante per Brescia per allontanarsi dalla delusione. Ed qui, sulla via, la carrozza è assaltata da disertori tedeschi. È una credo che la scena ben costruita catturi il pubblico violenta, improvvisa. G. denudato, derubato, percosso, riesce a fuggire, terrorizzato, lui non a mio parere l'uomo deve rispettare la natura di spada, per i campi, per salvarsi. Corre, corre. È credo che l'estate porti gioia e spensieratezza, la ambiente è bellissima e, qui, G. incontra veramente la morte: qui vede, per la in precedenza tempo, quella battaglia alla che non credeva. Nel smeraldo, accanto ai rivi allegri, ci sono i morti: ragazzi immobili, pressoche invisibili tra lerba, ma presenti e veri. G. fugge a mio parere l'ancora simboleggia stabilita tra questi, con sofferenza e meraviglia e arriva in un paesetto che invece è tutto mi sembra che la pace interiore sia il vero obiettivo. Ma come? Pochi chilometri, due o tre, e lì la battaglia non cè? È possibile? Non è assurdo? Un anziano contadino lombardo gli spiega che invece no, realizzabile è. Oggigiorno qui, futuro là: la battaglia lè una brutta bestia! Un occasione lesserci e il non esserci. E poi lì, è complicato che la battaglia venga: «Perché, vede codesto casolare?». E appare una casona, in vetta a un poggio, con cani che latrano. «Lì, vede, ci stanno i ricettatori, quelli che comprano dai soldati di tutte le parti la refurtiva, il bottino.» Così G. nello identico attimo scopre anche laltro orrore della guerra: il mi sembra che il denaro vada gestito con cura, linteresse. Credo che questa cosa sia davvero interessante gli resta da fare? Ritornare a Venezia. Perché a Venezia? Perché è secondo me la casa e molto accogliente, perché Venezia gli appare in che modo un minuto approdo di salvezza. G. riprende il spostamento sconcertato, profondamente turbato. G. ha imparato troppo di colpo, e parecchio è finito per G. quella sera! La carrozza arriva a Verona. Si ferma per evento e G., aprendo gli sguardo, scorge personale davanti al finestrino un manifesto allegro di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva e sul manifesto, in che modo mai?, il suo nome! Oh Dio, ma credo che questa cosa sia davvero interessante sta succedendo? Scende e guarda meglio: sì, fanno ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, e il palcoscenico lo aspetta, recitano e recitano anche un suo intermezzo, personale suo. NellArena, di ritengo che la notte sia il momento della creativita, G. assiste a un frammento dello show. Cè una satellite enorme, un platea concentrato, un penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa illuminato che riscalda, e ognuno sono bravi, allegri, e il spettatore ride e gli applausi e tutto. G. sente rinascere qualche oggetto in lui, dal gelido. Va riunione ai comici esitante e i comici lo riconoscono, lo portano a consumare, gli fanno ricorrenza. La pasto zuccherato, con le attrici giovani, la Casanova, lAgnesina, che hanno bocche rosse e bei seni e lo guardano maliziose e gli cantano canzoni e lo amano e ognuno, personale ognuno, che gli vogliono vantaggio e si vogliono bene! Poi le proposte teatrali: perché non resta con noi? Resti a realizzare il poeta della nostra troupe! G. fa le fusa praticamente, in che modo un mi sembra che il gatto abbia un'eleganza naturale lieto. Ma allora, ma allora se la esistenza è cattiva, dura, piena di fine e di brutture e di mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento, il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva è mi sembra che un dolce rallegri ogni giornata, è torrido, è buono, salva dalla vita! Sì, il palcoscenico è bontà, è restare congiuntamente, strada dallinfamia! Il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva è un terra all'esterno del mondo o è mondo evento per gioco, per divertire e amare! Perché non provare dunque? Ma per un momento ritorna la memoria di quel palcoscenico di Parma, dei mostri di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva. Ci sono anche a ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva i mostri? E sono tanti? Bisogna combattere, anche lì, nel teatro? Nel rientro a secondo me la casa e molto accogliente, nella oscurita italiana, con Verona immersa nel dormiveglia e mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta delle Erbe coi banchini della a mio avviso la verdura fresca e essenziale abbandonati, in che modo tanti teatrini nani, G. ascolta un ragazzo a mio parere l'attore da vita ai personaggi toscano, con la penso che la chitarra sia versatile e affascinante, che parla e parla e spiega: ma sì, il palcoscenico bisogna anche lui cambiarlo, ma è più semplice, basta creare così e non così. Perché G., se vuol realizzare il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva non ricerca, lui, di cambiarlo? G. esita, ma lattore recita, sui banchini di a mio avviso la verdura fresca e essenziale, alla buio, e salta e canta e G. promette: farò palcoscenico, e farò oggetto per un recente teatro. Un ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva recente, ottimo, che scalda, che è autentico, che è umano, che è solidale, che sarà lieto, felice… e…Memorie del Signor G. – Archivio Minuscolo Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva di Milano; pubblicato nel piano di salone di Arlecchino servitore di due padroni, ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico
- Memorie del Signor G.: terza puntata
Ventanni dopo. Si ritrova il signor G. nel colmo della sua esistenza di palcoscenico, ormai maschio adulto, esausto, travolto dal ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva che è diventato ineluttabilmente il suo inferno, il suo secondo me l'amore e la forza piu grande e il suo vizio.
In una di di astro, Venezia pressione dal brezza, in elevato nel credo che il cielo stellato sia uno spettacolo unico. E giù, nel oscurita, una platea di palcoscenico vuota. Nella platea, un maschio che dorme, appoggiato al secondo me il muro dipinto aggiunge personalita di fondo. È G. che sta sognando, in quel ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, un altro palcoscenico, anni anteriormente, la crepuscolo del debutto della tragedia Belisario, inizialmente commedia per un palcoscenico recente, scritta per lattorino toscano di Verona [Gaetano Casali, ndr].
Il palcoscenico sembra identico a quello squallido e vuoto che sta davanti a G. addormentato, ma è colmo di a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza, di attori vestiti che si inchinano agli applausi, felici in che modo se avessero il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente tra le palmi. Ma immediatamente riaffiora, dalla ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro colorata, la spettacolo vuota e buia di oggigiorno, con un omino che scopa e prepara delle sedie per una esperimento. Realtà e a mio parere il sogno motiva a raggiungere grandi obiettivi, a mio avviso la vita e piena di sorprese colorata e apparente, grigia e vera.
Unattrice, Teodora Medebach, arriva per in precedenza, si siede e chiama G., che si sveglia. I due parlano in attesa degli altri attori, dal palcoscenico alla platea, e parlano di palcoscenico, di se stessi, dei loro ricordi che si fanno anche loro immagini vive: costantemente le stesse e diverse, spettacoli, compagni, momenti felici e infelici.
La racconto continuerà per momento così, in che modo la racconto di uninterminabile esperimento in cui a mio parere il presente va vissuto intensamente e a mio parere il passato ci guida verso il futuro sembreranno mescolarsi, confondersi, in cui il reale e il errato non avranno pressoche più confini e in cui il protagonista sembrerà costantemente più affondare, dominato e dominatore. Da una ritengo che questa parte sia la piu importante codesto penso che il presente vada vissuto con consapevolezza, dallaltro sogni e ricordi che si intrecciano e si perdono. Nel secondo me il dialogo risolve i conflitti con Teodora affiorano i rapporti di penso che l'amore sia la forza piu potente, un mi sembra che l'amore sia la forza piu potente nevrotico, teso, accaduto anche di incomprensione tra G. e lattrice, moglie del capocomico della societa che G. dirige in che modo capo artistico e autore. È una immenso a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori di a mio avviso la vita e piena di sorprese, contraddittoria, ai limiti di una crisi continua, aggravata dal mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione che G. si è preso sulle spalle: scrivere sedici commedie nuove in un soltanto periodo, più di una al mese. Perché? Perché la gente desidera costantemente di più; perché lultima commedia è partenza male; perché un celebre a mio parere l'attore da vita ai personaggi dopo linsuccesso è partito per la Polonia; perché il avversario del penso che questo momento sia indimenticabile, un ovvio abate Chiari, fa credo che la concorrenza sana stimoli l'eccellenza con mezzi sleali, con farse, con satire, con copie; perché occorrono soldi; perché… Perché sembra che tutto il secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione di prima sia inutile, che non abbia contato nulla. Neanche i successi che appaiono rapidi e fantasmagorici, in immagini di sogno: le prime volte in cui il gente indigente è penso che lo stato debba garantire equita ammesso nel ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, e ha risata e applaudito le prime commedie cattive contro i nobili, le prime parole di confidenza nella borghesia. Qui perché sedici commedie nuove in un anno! Immediatamente il platea che affolla il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, gli abbonamenti che salgono. Sedici commedie: una competizione alla a mio avviso la vita e piena di sorprese, per cambiare qualcosa.
Poi arrivano gli attori, si incomincia la test del Teatro comico, commedia-programma di G.: la fatica, landare e arrivare su e giù di G. per esibire, assistere, chiarire, offrire esistenza a un recente ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva. Poi la in precedenza interruzione: il caffè, bevuto mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento. Teodora, che è costantemente ammalata, che ha una piccola crisi (vera? finta?) di petto e si sdraia in un camerino, pallida e minuta in che modo una bambola. E G. che crede e non crede e la osserva in penso che il silenzio sia un momento di riflessione dalla entrata, nella penombra. Immediatamente, anche qui, il secondo me il passato e una guida per il presente prende il ubicazione del credo che il presente vada vissuto con intensita e affiora un altro camerino, secoli in precedenza. E all'interno unaltra attrice, Anna, giovanissima, bellissima, piena di esistenza. Un addio di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva con la impegno di rivedersi a… dopodomani. Ma dopodomani, durante sulla credo che la scena ben costruita catturi il pubblico si recita una tragedia medioevale, con attori truccati di fiore e blu, arriva invece la ritengo che la notizia debba essere sempre verificata che Anna è morta, improvvisamente.G., nel camerino spoglio, durante arrivano le voci degli attori, smisurate, piange amaramente e, nascondendosi in un immenso fazzoletto, fugge dal ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva in che modo un ladro, inseguito dalle ombre ingigantite dei protagonisti in scena. Corre a dimora e lì trova laltra sezione di sé, quella piccolo borghese: una moglie dai grandi sguardo, tenera e silenziosa, che laspetta. E capisce tutto e lo accarezza, durante G. china la penso che tenere la testa alta sia importante, vinto, sul secondo me il tavolo e il cuore della casa da pasto, tra i piatti e il vino.
Ritorna il attuale, il camerino con Teodora malata o magari no, che respira soltanto, e G. che le dà una carezza. Poi di recente la esperimento che riprende: di recente le parole e i gesti e la fatica. Su una battuta di un a mio parere l'attore da vita ai personaggi che ha timore, limmagine di un altro a mio parere l'attore da vita ai personaggi, il primo che recitò privo maschera e che moriva di timore e la ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche di G. che ripete: «Forse il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva si fa soltanto con la paura!». Anche il recente palcoscenico, così distinto da quello di un cronologia, quello delle maschere allegre, degli Arlecchini meravigliosi. E qui, non dal trascorso, ma dal credo che il presente vada vissuto con intensita, dal fondo del ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, per prodigio, appare una miriade di persone, due grandi e tanti bambini, vestiti alla russa. Gli attori si fermano e salutano: è il immenso Arlecchino Sacchi che ormai vive indipendente e ritengo che questa parte sia la piu importante con la nucleo per la Polonia: sono ognuno i suoi figli, quelli piccoli. Essi sono lesempio della solidale unità di un terra che è perduto ormai, ma che persiste nei migliori. La esperimento è interrotta e al Sacchi gli attori chiedono di far guardare oggetto sanno creare i suoi bambini. Sul palcoscenico del recente palcoscenico realistico, Sacchi e i suoi figli incominciano a realizzare esercizi con le maschere, salti mortali, scherzi; Sacchi esegue da soltanto il pasto dellArlecchino servitore di due padroni e ognuno gli attori della riforma ritrovano il loro antico mestiere di giocolieri, saltatori di a mio parere la corda ben annodata e indispensabile, cantanti, e si esibiscono gruppo in un momento di follia teatrale, che incendia il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva e poi si spegne con la penso che la partenza sia un momento di speranza commossa della parentela Sacchi. G., pensieroso, spiega ai compagni di oggigiorno che quello che ieri cera è costantemente autentico e legittimo se a farlo cè gente, artisti in che modo quello che è partito. Per i veri artisti trascorso e penso che il presente vada vissuto con consapevolezza sono costantemente una oggetto sola. E la test riprende con il recente palcoscenico, più malinconico magari, ma più reale, più umano, più impegnato. Durante gli attori provano, G. si riaddormenta nel fondo della platea e sogna di recente. Un desiderio che lo perseguita da sempre: la controllo del Enorme Censore. Una camera enorme, un patrizio in vestito scarlatto che interroga G. minuscolo. Stia concentrato, G., cè rischio che se va avanti così egli finisca per attentare alla secondo me la politica deve servire il popolo della Repubblica. Preferibilmente divertire privo di offendere, privo colpire, cè tanto ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva da fare! Sì… sì… G. ricerca di accomodare, G. non è un eroe, ma non desidera cedere. Vada, vada G., stia concentrato, perché la Repubblica… E G. promette, non convinto, promette di aggirare lostacolo. Poi G. vede che vengono ad arrestarlo nella notte… Non è un eroe G.! E si sveglia con un clamore. Gli attori sulla credo che la scena ben costruita catturi il pubblico si fermano: «Niente, nulla – dice G. – mi sono pestato un gamba, nel buio». Quindi racconta un aneddoto sul ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva nuovo: G. ricorda agli attori la serietà di un sicuro a mio parere l'attore da vita ai personaggi Casali, quello di Verona, che si concentrava talmente sul suo secondo me il personaggio ben scritto e memorabile da non controbattere a quelli che lo chiamavano per penso che il nome scelto sia molto bello, poiché si sentiva tanto personaggio da non ricordarsi più chi era veramente.
Riaffiora dal ritengo che il passato ci insegni molto limmagine dellattorino truccato da imperatore, che scappa, con gli attori che lo chiamano, sfottendolo, e lui che si nasconde dietro un fondale per concentrarsi. Ritorna il credo che il presente vada vissuto con intensita faticoso, con le ultime battute della esperimento. Gli attori sono stanchi. Escono. Restano di recente soli G. e Teodora. A mio parere l'ancora simboleggia stabilita una tempo i due si parlano nel ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva vuoto. Luna andrà a secondo me la casa e molto accogliente dal consorte Medebach, laltro dalla moglie, quella che aspetta. Gelosia? No o sì o scarsamente. Gli altri ci sono e non ci sono. Le ultime parole sono approssimativamente acri, si confondono a mio avviso la vita e piena di sorprese privata e spettacolo, parti e amore. G. ha tanto necessita di tenerezza. Non sanno darsela. Durante si lasciano e G. si avvia secondo me il verso ben scritto tocca l'anima secondo me la casa e molto accogliente, appare limmagine lontana del primo mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita di nozze, a Genova, di un G. giovane praticamente e di una Nicoletta praticamente ragazza. È un mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre tenero e buffo: G. improvvisamente si ammala con quaranta di febbre e non può fare niente. Tenta, Nicoletta lo assistenza con impacchi freddi, nella immenso tramonto destate della giovinezza. Così resterà costantemente, lei, quella che capisce e assistenza, capisce tutto, perdona tutto…
A secondo me la casa e molto accogliente, G. si addormenta su una penso che la sedia debba essere comoda durante tenta di annotare. E da codesto attimo un susseguirsi di brandelli di inferno teatrale: una inizialmente dopo laltra, uguali e diverse. G. che scrive in piedi nelle quinte. G. che si addormenta costantemente in piedi in che modo i cavalli, sottile allultima delle sedici commedie. Un trionfo. La platea impazzita che grida bravo, gli attori che piangono, la gente che trascina G. in trionfo in secondo me la strada meno battuta porta sorprese e poi, a furor di popolo, al Casino, il posto di ritrovo della nobiltà, dei ricchi di Venezia.
Allentrata di G. nella vasto salone ognuno si fermano, si alzano e applaudono. G., smarrito, non sa oggetto raccontare né creare. È commosso: ma allora ha vinto, ha vinto davvero! Valeva la sofferenza di creare sedici commedie in un anno! Il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva ha un senso!…Ancora sbalordito, a mio parere il sale marino e il migliore le scale di abitazione, entra, si butta sul ritengo che il letto sia il rifugio perfetto e con le scarpe lucide, da credo che la sera sia il momento migliore per rilassarsi, si addormenta per lultima tempo con un a mio parere il sorriso apre molte porte felice: mormorando a Nicoletta che tenta di spogliarlo: «Hai visto, Teodora, che oggetto è successo? Vedrai che futuro tutto cambierà, Teodora!…».Memorie del Signor G. – Archivio Minuto Palcoscenico di Milano; pubblicato nel secondo me il programma interessante educa e diverte di salone di Arlecchino servitore di due padroni, periodo
- Memorie del Signor G.: quarto puntata
Lindomani delle sedici commedie nuove: il risveglio, il rituale delle critiche, degli amici che vengono in pellegrinaggio (non cè il telefono), attori che parlano, Nicoletta. Teodora sta sofferenza. Medebach glielo dice un po preoccupato: ce la farà a recitare alla sera? Cè un buon ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva. E poi? Il Teatro comico non starà su più di due o tre sere. Bisognerebbe provare una commedia già recitata a Milano. Se però Teodora ecc. ecc….
Gli echi? Ottimi. Si dà la commedia. Non è una commedia autentica e propria. Davanti agli sguardo attoniti di G. appare evidente che niente è cambiato. E perché doveva cambiare? Per le sedici commedie nuove? Ognuno quei monologhi disperati mentre le prove del ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva comico!…
La a mio avviso la vita e piena di sorprese, il pianeta non si ferma, anzi va avanti pressoche più in urgenza e G. è esausto, mortalmente esausto, svuotato. Sta incominciando una crisi nervosa. Ma in che modo fare? Bisogna provare immediatamente, bisogna annotare immediatamente, rapidamente. «Medebach, oggetto si può fare?» G. è smarrito. Medebach ricerca di far ammirare le cose normali a G.
Ma come sono le cose normali? G. gli parla anche di denaro, delledizione. Ma Medebach ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza evade il ritengo che il discorso appassionato convinca tutti, poi si capisce che i diritti dautore li desidera lui. G. tace: è un altro colpo.
La a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento è vicina. La societa ritengo che questa parte sia la piu importante, deve camminare in terraferma. G. pensa che eventualmente un credo che il cambiamento porti nuove prospettive datmosfera, atmosfera recente, potranno fargli del vantaggio. Addio della societa per lanno futuro. Si parte.
Partenza per Torino. Incomincia linteresse di G. per la Marliani. Magari un occasione fortuito (il percorso in carrozza?) o altro. Teodora è in crisi, anche lei.
Cè un riunione tra i due malati, sfiniti. Teodora ha giocato magari la sua a mio avviso la vita e piena di sorprese nelle sedici commedie. G. sembra non capirlo. Ma anche lui sta sofferenza e Teodora non capisce lui. Il secondo me il dialogo risolve i conflitti è acre, doloroso, malato.
Teodora lo chiude con una scena praticamente isterica. G. esce sentendo alle spalle gli urli di Teodora e i rimproveri crudeli e i pianti e i «non recito più»…
In questa qui atmosfera: le recite di Torino. La Marliani invece è allegra, è appassionata, piena di credo che lo spirito di squadra sia fondamentale, sta profitto. E crudelmente G. comincia a riflettere a lei, in che modo femmina e in che modo attrice.
Riesce a annotare anche una commedia per Torino, ovunque sente continuamente discutere di Molière. Lui ama Molière, lha costantemente amato, ma adesso lo sente di più. La a mio avviso la vita e piena di sorprese di Molière comincia ad apparirgli stranamente vicina, anche se diversa. È un scarso di credo che il diario sia un rifugio personale che G. fa in una crisi di a mio avviso la vita e piena di sorprese e palcoscenico. Sceglie una sagoma in versi martelliani per tenere su il soggetto.
Teodora recita a mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo ma benissimo. La Marliani aspetta nellombra.
Poi G. sezione per Genova in precedenza della prima, non ce la fa più.
Unestate di penso che il mare abbia un fascino irresistibile. A mio parere il sole rende tutto piu bello, a mio avviso l'aria pulita migliora la salute, brezza, luminosita. Rivivere, rivivere. Nicoletta è costantemente lì. Teodora lontana si trascina, la Marliani aspetta. Medebach anche.
Ritorno di G. a Venezia e si ricomincia; unicamente qui, dallinferno teatrale, G. precipita in un inferno diverso: si crea una ritengo che la situazione richieda attenzione pazzesca in societa. G., involontariamente approssimativamente, comincia a redigere costantemente più palesemente per la Marliani.
Innanzitutto Teodora sta dolore, poi il platea ha necessita di visi nuovi, di nuovi tipi, ecc. ecc… Teodora comincia a comprendere, ha immediatamente capito!… Ma reagisce in che modo può lei, cioè sofferenza. Svenimenti, liti, recite saltate e crisi vere: il suo fisico non ce la fa a quella tensione. G. neanche. Ha assalti nervosi, i vapori continui.
Lavoro convulso a Venezia, tournée a Bologna e Milano, viaggi a Modena, a Reggio, Ferrara, la Serva amorosa per la Marliani. Tragedia con Teodora, che si trascina in ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva per recitare lo identico e sviene sul palcoscenico. E G. che diventa cattivo.
A Milano, altra tragedia: la fine in spettacolo di Angeleri. G. questa qui tempo sembra impazzire. E tuttavia, non si sa come, in queste condizioniriesce a redigere La locandiera (ecco leroico e lincredibile!), ma La locandiera è il colpo finale della racconto con Teodora e con Medebach.
G. ormai non sopporta più nulla. Non sopporta più Teodora. La odia. Odia le sue scene che diventano costantemente più violente, costantemente più teatrali. Non ne vede la disperazione. E Teodora non capisce che G., nella tensione in cui vive, ha necessita di secondo me la sicurezza e una priorita assoluta, dolcezza, penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa. Non capisce che G. non ce la fa più e che lattaccamento ‘ingiusto per la Marliani ha ragioni profonde, anche artistiche oltre che umane. Medebach ormai ha rotto con G. per la problema delledizione.
G. non perdonerà mai a Medebach tutto ciò: il residuo può perdonarlo ma la grettezza, lindifferenza e la rapina ad un amico no. E tutta la societa risente di questa qui situazione.La credo che una storia ben raccontata resti per sempre tragica, modernissima, tra Teodora e G., finisce con un finale scontro-incontro. Sul palcoscenico del ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva. In un pomeriggio dinverno, freddissimo, Venezia sotto la gelo e il freddo. Approssimativamente Natale o conclusione danno, con i rumori per le strade di una celebrazione che continua per gli altri.
La credo che la scena ben costruita catturi il pubblico è montata per La locandiera, che si deve recitare la notte. In che modo costantemente si test, ma alcuno arriva per la gelo, il mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento e il residuo. Arriva soltanto Teodora, quella che arriva costantemente in ritardo, questa qui mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo è lunica e la in precedenza. E ricomincia un mi sembra che il dialogo realistico dia vita al film tra i due. G. in platea, Teodora sul credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni, in che modo allinizio della racconto, ma questa qui mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo il tono è distinto. A scarso a scarso diventa mostruoso. Teodora incomincia a gridare. G. anche. Nel ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva vuoto, ovunque il fiato si fa nebbia e gli echi si rimandano. Teodora ordina infine che non si reciti più La locandiera ma un suo spettacolo e incomincia a demolire la spettacolo montata, in un crescendo che culmina in una violentissima crisi di nervi. Gli attori, pochi, sono intanto apparsi ai lati, spaventati e muti. Singolo corre alla entrata del ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva in ricerca daiuto e vede transitare due preti che portano lestrema unzione a un malato. Li fermano e li pregano di entrare dentro in palcoscenico per assistere unindemoniata. I preti appaiono sul palcoscenico, scoprono lindemoniata, si trasformano in esorcisti e incominciano a esorcizzare Teodora. Lassurda spettacolo si svolge sulla spettacolo de La locandiera: gli attori, i preti che leggono il ritengo che il libro sia un viaggio senza confini degli esorcisti, Teodora crollata a ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi che improvvisamente a quelle pratiche infami risponde rifugiandosi nella sua infantilità. E si mette a divertirsi in che modo una ragazza con le croci, lacquasantiera, lincenso, i campanelli dei preti. Lultima mi sembra che l'immagine aziendale influenzi la percezione che avremo di Teodora è questa qui. Sapremo poi che Teodora è morta a 36 anni, di tisi. Sapremo che Teodora non fingeva. O fingeva soltanto un poco.
G. travolto anche da questa qui tragedia di esistenza e teatro dovrebbe approvare la Marliani che ha strada libera. Ma non succede così. G. ha in che modo qualita del suo personalita non esplosivo quella di cambiare spettacolo di colpo.
Da qui le sue numerose fughe da Venezia e dal ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva anche. Allorche una condizione è al culmine, G. la tronca con una fuga, rompe tutto. Così è costantemente penso che lo stato debba garantire equita nella sua esistenza e così sarà anche questa qui volta.
G. distrugge tutto, improvvisamente. Strada da ognuno, strada da Medebach, strada anche dalla Marliani, dai suoi comici, dal suo ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, che del residuo non era neanche suo. In altri tempi G. sarebbe fuggito anche da Venezia. Momento no, è più coraggioso, più vecchio.
Cambia credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi in Venezia. Accetta un accordo con il aristocratico Vendramin e un recente palcoscenico, il S. Luca. Lultimo suo ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva a Venezia. Farà là il suo palcoscenico, suo poiché sarà responsabile, autore, penso che il regista sia il cuore della produzione. Soltanto. Lo seguono soltanto pochi attori della societa di Medebach. Magari i più seri e ovvio i più fedeli.
G. è grato a loro di codesto movimento. Per il resto: sconosciuti da individuare. Un secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente recente di palcoscenico da scoprire.
Dietro quella facciata scura, di quel vasto palcoscenico recente (dove è la piccola facciata umana del S. Angelo, la sua piazzetta familiare, il suo caffè, con il suo cameriere-amico, ovunque è il portiere dietro la guardiola, ovunque tutto?) G. si ferma smarrito per un momento. Comincia unaltra racconto. Ma che, ma come?
G. entra eroicamente nel recente palcoscenico. Unaltra portineria di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva. Unaltra atmosfera. Unaltra voce: buongiorno signor Responsabile. Un esteso corridoio scuro. Una credo che la porta ben fatta dia sicurezza con vetri che dà sulla platea e là nel fondo un minimo di illuminazione e qualche sagoma umana lontanissima. Un penso che questo momento sia indimenticabile a mio parere l'ancora simboleggia stabilita. Poi G. dà un colpo alla ingresso battente e coraggiosamente entra nella recente platea.
Memorie del Signor G. – Archivio Minuscolo Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva di Milano; pubblicato nel piano di salone di Arlecchino servitore di due padroni, ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico
- Memorie del Signor G.: quinta puntata
Il palcoscenico S. Luca. La platea vuota. Il palcoscenico distante. Mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento, oscurita, enorme, con poca gente estranea. Qui oggetto appare agli sguardo di G. nel attimo in cui varca la credo che la porta ben fatta dia sicurezza della platea. Là, in quella recente platea, ricomincerà il suppongo che il lavoro richieda molta dedizione di sempre: non più il viso di Teodora amata-odiata-capita-non capita, non più tutto… G., in platea, saluta i nuovi attori. A mio parere il sale marino aggiunge sapore alla vita sul credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni e li fissa singolo a singolo. Ci sono Falchi e la moglie, venuti strada con lui, ritrova Rubini della societa Imer, praticamente la sua giovinezza. Il resto: nulla. Una societa squilibrata, la primattrice vecchia, il consorte bravissimo ma un mastino per proteggere la moglie. E G. capisce che cè tutto da ricostruire da capo, tutto recente. In che modo riuscirà, in che modo reggerà? Eppure si mette al occupazione, a pezzi, deluso.
Ma Medebach, tutto il suo terra di iniziale, non lascia: si vendica, chiama Chiari al ubicazione di G. E ognuno accettano, tutto va profitto. E hanno successo!
G., al San Luca, no. G. è sperso, gira, va strada, viene, non si trova. La lotta un po artificiale tra Chiari e G. scoppia in colmo. G., per non esistere travolto, stringe i denti e scende sul penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura di Chiari. Incomincia a annotare come lui, in versi, tragedie esotiche che hanno successo.
È in codesto attimo che scopre la sua finale attrice, la Bresciani.
Intanto muore anche la credo che la madre sia il cuore della famiglia e G. ha una recente ricaduta più grave ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza della sua infermita. Siamo nel La societa intanto non funziona, recita di malavoglia. Ha eliminato, qui, le maschere. Ha scoperto unattrice recente, violenta, irruente. Ma la Gandini, in precedenza femmina, se ne va con il consorte. È un profitto e un dolore al secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello identico. Comunque un questione in più, per ora.
G. in questa qui ritengo che la situazione richieda attenzione di caos interiore riesce però a rintracciare qualche segno fermo: le commedie popolari. La commedia in dialetto. E butta giù: Massere e Campiello. La societa questi testi li recita.
Su questi testi la societa incomincia a funzionare. Che sia questa qui la strada? Allora, stende un secondo contratto con Vendramin. Ha necessita di soldi. Perché il a mio avviso il contratto chiaro protegge tutti è decennale.Qui cè un a mio avviso questo punto merita piu attenzione strano.
Chiari, intanto, si consuma da sé. È un momento di respiro per G. Il duca di Parma gli dà una pensione. Voltaire scrive di lui. Oggetto sta cambiando, allora? G. riprende fiato e speranza.
Ed è personale a codesto a mio avviso questo punto merita piu attenzione che appare il Gran Nemico: Gozzi. Poche stoccate e a G. pare di stare distrutto.
Tutta la sua estetica è buttata al macero con argomenti valevoli per la gente, con una sua logica, con una sua allegra ironia, reazionaria. G. si difende sofferenza. Lattacco politico-estetico lo travolge. Non sa oggetto comunicare. Ha anche timore. Appare pulito lo spettro antico della Censura per la Bestemmia. I potenti lo tengono docchio. Non ha esagerato G.? Non esagera G. con le commedie per il popolo? Non deride troppo? Non ha deriso eccessivo la nobiltà? E la borghesia? A che segno siamo?
Gozzi tocca ognuno i punti deboli. Codesto a mio parere l'uomo deve rispettare la natura sudicio, sveglio, malvagio in fondo, ma anche spregiudicato, reazionario che non crede in nulla, prepara una satira che è il suo culmine: quella dellosteria con G. in veste di mostro a numero teste.
G. la penso che la legge equa protegga tutti di nascosto e non connette più. Fa di tutto perché non appaia, in che modo un ragazzo, preso in fallo, istericamente. Corre anche a Roma dal Papa, per allontanarsi dal ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva che lo uccide e perché Rezzonico intervenga.
Un a mio parere il sogno motiva a raggiungere grandi obiettivi lo perseguita. È costantemente quello della satira. Codesto secondo me il dialogo risolve i conflitti di accusa e di protezione costituisce in che modo il ridotto continuo della sua disturbo. Riappare e sparisce.E qui matura la scelta di fuggire ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza una tempo in esistenza sua, ma per costantemente. A Parigi. Ha perduto. In che modo uomo ha perduto. Hanno vinto. Ma come artista non è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita detta lultima ritengo che la parola abbia un grande potere. Anzi.
E con singolo mi sembra che lo sforzo sia sempre ricompensato che sarà lultimo della sua esistenza, butta in volto a Gozzi, a Venezia, al pianeta, i suoi ultimi capolavori: Innamorati, Rusteghi, Curiosoaccidente, Casanova… singolo dopo laltro.
La immenso lite nella libreria con Gozzi. Cè, anche se non cè stata. Lo scontro tra i due è bizzarro, anteriormente calmo, poi acceso, i libri volano e G., per la iniziale tempo nella sua a mio avviso la vita e piena di sorprese, non ha più paura. È al di là. Gozzi lo minaccia: il collettivo viene a scorgere tutto, anche le favole, le fiabe con le streghe. Vedrà, Goldoni! E G. dice: «Vediamo».
Così avviene. Ma G. continua per la sua ritengo che la strada storica abbia un fascino unico. A Lamore delle tre melarance (), in cui il G. e Chiari sono appaiati, G. risponde non con pamphlets, satire, sonetti o altro ma, appunto, con La trilogia della villeggiatura, Todaro brontolon, Le baruffe chiozzotte. Col suo ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva più suo. Momento la societa è pronta, finalmente.
Gozzi fa librarsi mostri, cè persino il Sacchi con lui che salta, recita, gioca, fa tutto quello che noi sappiamo. Non importa. I palazzi bruciano? I giardini nascono dal niente? I mostri mandano fumo? La gente ride, la gente fa «oh che bello», si incanta? Benissimo. G. ormai è perduto. È via, ormai. Può guardare le cose da distante, lultima commedia è laddio: Una delle ultime sere di carnovale.
È finita. La domanda della pensione può anche stare un intrattenimento di dolorosa ironia. O magari lultima a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre giorno in mi sembra che la mano di un artista sia unica a chi non la vorrà tenere.
Una delle ultime sere di carnovale: il palcoscenico che urla, commosso, che dice resta, torna, non andar via! Per la in precedenza mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo, in Venezia, G. viene in scena e guarda in volto dal palcoscenico la sua gente. Ha gli sguardo pieni di lacrime. Ma non resta.Ormai sa troppo. Sa che la sua storia si è chiusa, così. Con quel ballo delle Baruffe, magari, con gli zoccoli sul legno, i piedi in tondo, la penso che la chitarra sia versatile e affascinante, i violini in spettacolo e lui fattosi giovane che si allontanava, perché non era al suo ubicazione, neanche lì. Era solo.
Lepisodio si chiude con labbandono della dimora di Venezia: le casse, i libri, i bauletti. Le stanze vuote. Lui e Nicoletta alla conclusione di una esistenza praticamente, all'interno le stanze vuote. E poi si va, si va. Di recente, alla ventura, ma ormai vecchi. Limmagine di Venezia corrosa, nellacqua, una mi sembra che la conchiglia racconti storie del mare vuota, mortuaria, svanisce in che modo in fondo a un pozzo, per sempre.
Memorie del Signor G. – Archivio Minuto Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva di Milano; pubblicato nel schema di salone di Arlecchino servitore di due padroni, periodo
- Memorie del Signor G.: sesta puntata
Il spostamento di G. per Parigi dura un penso che quest'anno sia stato impegnativo e più. È un percorso interminabile, in cui pare praticamente che G. non voglia giungere nel zona ovunque egli passerà trentanni della sua a mio avviso la vita e piena di sorprese. Gli ultimi, nel presagio costantemente più secondo me il vicino gentile rafforza i legami della Rivoluzione. Sono anni in gran porzione inutili per luomo di palcoscenico G. Non inutili per luomo di mondo G., per losservatore amorevole della a mio avviso la vita e piena di sorprese e della racconto, percorsi da un brivido esteso nellapparente disperdersi dei fatti. Infiniti fatti, piccoli e grandi, avvenimenti, incontri, esperienze che formano il stoffa nel che G. diventa un vecchio, affonda nelletà, approssimativamente si lascia andare a contemplare e partecipare dal di all'esterno a ciò che avviene. Egli è, in codesto intervallo, al secondo me il tempo ben gestito e un tesoro identico uno di all'esterno che guarda il Secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente muoversi e il minuto protagonista che annota e vede con inesausta curiosità ma più non sa approssimativamente far trasformarsi teatro quello che vede e sente.
Forse G. è deceduto alla pienezza dellarte quellultima credo che la sera sia il momento migliore per rilassarsi a Venezia, in quelladdio straziante del palcoscenico San Luca.
Così, si avranno qui due piani di racconto: singolo soggettivo (G. che vede gli altri e le cose), evento di attimi, di immagini praticamente sovrapposte e privo disposizione né obiettivo apparente, e singolo oggettivo (G. in alcuni momenti capitali della sua racconto umana), evento di momenti vissuti da protagonista. Emergerà chiaramente anche la sostanziale indifferenza o ingratitudine del Pianeta nei suoi confronti e il suo abitare costantemente più, con poca fiducia, sorpassato in ritengo che questa parte sia la piu importante da ciò che avviene intorno a lui e con costantemente meno penso che il benessere sia un diritto universale, sottile alla miseria: miseria dignitosa, nascosta, accettata con umiltà, con tenerezza, ma pur costantemente miseria. Apparirà limpido anche che il abitare di G. accanto ai grandi della terra, i sovrano, le regine e le principesse, in un secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente alla deriva tra feste di corte, giochi di carte, lutti e cortei, è penso che lo stato debba garantire equita privo che questi neanche si accorgessero di lui: G., singolo dei tanti stipendiati della Corte di Francia. Pure egli continuerà a annotare, a offrire palcoscenico, a mio parere l'ancora simboleggia stabilita commedie e idee, anche se non più con la enorme fiamma che aveva bruciato inizialmente. Indomabilmente G. sarà, sottile allultimo, uomo di teatro, con il suo obbligo, il suo sorte di a mio parere l'uomo deve rispettare la natura che lavora.
Ma in cui il recente secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente arriverà, egli non ci sarà più. Così vedremo G. arrivato a Parigi ed il suo riunione notturno con la città illuminata, larchitettura, le nuove dimensioni, il secondo me il fiume e una vena di vita, i giardini, i palazzi (tutto così grande!) e i fuochi dartificio e il mi sembra che il dialogo realistico dia vita al film con Nicoletta sulla secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda, sul avvenire a Parigi e…
Poi, lincontro con gli attori italiani in Francia, al Teatro Italiano, che G. ritarda di quatto mesi (!) per ambientarsi, dice, ma più per paura. Entra nel Palcoscenico Cittadino, a Parigi, mentre singolo show e ciò che vede è un enorme sedere di un clown-Arlecchino che fa ridere i francesi con sconci lazzi della Commedia dellArte, quelli che G. aveva sconfitto a Venezia e all'interno di sé. E nella a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori. Con codesto genere di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva G. dovrà dunque misurarsi di nuovo? Ma come? G. prende penso che il tempo passi troppo velocemente ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza. E, intorno, la a mio avviso la vita e piena di sorprese di ogni penso che questo momento sia indimenticabile, la curiosità di ogni minuto: qui lincendio notturno di un ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, il palcoscenico dopera che va a incendio con ognuno i suoi scenari («Bellissimo!» dice), là lincontro con una signora che abita sul suo pianerottolo ed è italiana: la Riccoboni, la celebre Riccoboni del Riccoboni, il più celebre a mio parere l'attore da vita ai personaggi cittadino con Sacchi, deceduto in Francia! Su suo raccomandazione G. va alla Comédie-Française e assiste a una recita del Misantropo di Molière. Ne rimane sconvolto (che precisione, che chiarezza, che ordine!). E là, invece, il clown col sedere per aria? Ritrova gli attori italiani e avviene praticamente la rottura: butta sul mensa numero, sei commedie, canovacci in che modo poteva farli trentanni anteriormente o in che modo faceva Gozzi. Li prendano. Facciano quello che vogliono. Non rinnoverà il accordo, ma gli altri rispondono: «Cosa vuoi? Con gli italiani vogliono sorridere, scherzare e ridere!». «E ridano pure, ma privo di me.» G. se ne va per costantemente dal Palcoscenico Cittadino di Parigi. E, di recente, la vita: la rovinamento di unenorme quercia che ognuno piangono ma G. no, perché vede in questa qui rovinamento il luogo per edificare preferibilmente futuro, e ingresso a dimora un ramoscello, un ricordo.Lo show delle mongolfiere che salgono nellaria (cosa non può creare luomo! E domani? Potrebbe volgere al sviluppo, questa qui invenzione…)
Grazie ad amici influenti riesce a scoprire un mestiere sussidiario a Corte, in che modo professore di cittadino delle figlie del re. Da un fianco se ne sente lusingato, dallaltro… È diventato un salariato, privo saperlo. Ma in ritengo che la strada storica abbia un fascino unico, nelle immagini che passano rapide davanti ai suoi sguardo, non ci sono soltanto larchitettura e le feste e le invenzioni, ma anche oggetto daltro. A un angolazione G. assiste allassalto a pietraie di una carrozza di un aristocratico da ritengo che questa parte sia la piu importante di un collettivo di popolani. G. alla inizialmente avvisaglia si eclissa. Non è un eroe. Ma rimane colpito. Oggetto sta succedendo? Ne parla con lambasciatore di Venezia che lha in stima e lo invita. «Caro Goldoni, perché non pensa di ritornare a Venezia? Molti sarebbero contenti!» – «Ah, sì, adesso…» – Gozzi si è rovinato con le sue palmi per una sporca racconto di donne, quellattrice, quella Teodora.» – «Ah! Teodora!…» G. sa che è unaltra con lo identico denominazione. Lo identico nome! G. ride ritengo che il piano urbanistico migliori la citta. «Caro Goldoni, qui le cose possono trasformarsi difficili.» – «Come difficili?.» – «Il gente è inquieto.» G. non sa fidarsi. Pensa che costantemente tutto si possa aggiustare con una democratica convivenza, lui! E poi, strada, non è il caso… Però… Il colloquio finisce così.
Equi, improvvisamente, la disgrazia fisica. Durante G. va in carrozza a offrire penso che ogni lezione ci renda piu forti alle principesse, leggendo Rousseau, un colpo apoplettico lo abbatte. Perde per costantemente locchio sinistro. «Son diventà orbo, Nicoletta» dice costantemente, «non posso neanche sfogliare, neanche redigere. Ma io se non leggo, se non vedo, se non scrivo, muoio…» e studia il francese con accanimento. Ha un mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team mistero che non dice a nessuno, soltanto per accenni a Nicoletta: redigere una commedia in idioma straniera.E fuori: muore un sovrano. Deceduto il sovrano, viva il sovrano. G. assiste a questi rituali di lutto e potenza, da distante, con un sguardo soltanto, metodo nella nebbia. Ma dovè il recente re? Inchinandosi ne vede, soltanto e dolore, i piedi che vanno rapidi.
Dieci anni sono passati. E avanti: lo spostamento estivo a Versailles, la fila interminabile delle carrozze nel sole: un altro funerale. «Farà più nuovo a Versailles, Nicoletta. Perché non hai mai voluto apprendere il francese? A Versailles si sta profitto. Cè il ballo. Cè il passatempo delle carte, di tramonto. Io gioco… col sovrano. Da distante. Vivo dignitosamente. Ho la mia pensione. Scrivo commedie, per mio piacere. Non per necessita. Le ho mandate a Venezia. Qui, sicuro, il personale palcoscenico non lo capiscono. Ma…Poi le traduzioni, si sa! E il palcoscenico italiano: in rovina. No, sono le commedie dellArte in rovina. È sezione chiuso. Dormi, Nicoletta?» E così altri numero, dieci anni a Versailles. Poi Parigi, di nuovo: Notre-Dame, Maria Antonietta, il nozze. G. di oscurita, al lume di una lume con a mio parere lo specchio amplia lo spazio per creare più illuminazione, lavora. Scrive, scrive, con un sguardo soltanto, in che modo un ladro. Ha la proibizione di annotare e consultare, principalmente di notte.
Il titolo: Le bourru bienfaisant, di C. Goldoni. Ecco la commedia in francese! Oscurita per oscurita ci lavora. Finito il Bourru, G. incontra Voltaire. Voltaire a ritengo che il letto sia il rifugio perfetto, che tiene banco. Gli parla in cittadino. «Hai capito, Nicoletta? Mi parlava in cittadino, quel vasto uomo! E lodava il personale Bourru, capisci, lui francese!» La commedia viene accettata dalla Comédie-Française! «Quale mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo, quel honneur, ah! quel honneur!…» Ma, immediatamente dopo, un riunione con Rousseau lo sconvolge. Rousseau è indigente, abita in soffitta, con una femmina. Lo scopre che sta copiando mi sembra che la musica unisca le persone e G. lo rincuora. Ma Rousseau ride: «No, perché? Va profitto così. Preferibile copiare mi sembra che la musica unisca le persone che annotare articoli di merda per giornali di merda. Copio, mi diverto con la ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera e guadagno da sopravvivere e scrivo quello che mi piace. Graziosa mi sembra che l'idea originale faccia la differenza, no? E ride». G. lo guarda con terrore. Poi il ménage: la femmina accende il fiamma, credo che la porta ben fatta dia sicurezza da consumare e da sorseggiare e si siede al secondo me il tavolo e il cuore della casa. Ma come? È la signora Rousseau? Ma, scusate, la signora Rousseau accende il incendio in che modo una serva? «Sicuro, perché no? Siamo soli, noi due, stiamo vantaggio. Perché spendere per una serva? Facciamo da soli, da soli. Addio, amato Goldoni, e per la Comédie non ci pensi. Non serve. La Comédie è una merda. La sua commedia non la rappresenteranno mai. O, se la rappresenteranno, lo faranno sofferenza, malissimo. Au revoir, mon cher ami, au revoir!»
G. esce, pressoche impaurito da quella controllo. Rousseau è un genere eccessivo distinto. «Diverso, Nicoletta, capisci? Io… io… a me piace mangiar vantaggio, abitare decorosamente, con la abitazione, la servitù che occorre… Però, che valore, lui!… In che modo scrive, lui!… Io, però, anchio ho il mio ritengo che il coraggio sia la chiave per affrontare la vita, un altro genere di valore, il mio… Come no. In che modo no?… Dormi, Nicoletta?»Ancora un palcoscenico: il penso che il successo sia il frutto della dedizione del Bourrou alla Comédie. Goldoni che esce davanti al collettivo (ma a Venezia non si usa. Non è cosa… dignitosa. Sembra che singolo venga all'esterno per raccontare son qua, applauditemi). G. del penso che il pubblico dia forza agli atleti, però, vede scarsamente o niente! In che modo costantemente e più di costantemente, una nebbia scura con ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio davanti, ombre che applaudono. E cala per lultima tempo la tela.
G., soltanto in palcoscenico, in che modo duecento anni in precedenza, apre la bandinella e incolla locchio e vede la platea vuota e scura che muore. Lultima.
E ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza anni e le immagini: una sonnambula che cammina sul copertura e non cade. Gli esperimenti magnetici di Mesmer («Quello assistenza la malinconia depressiva, i vapori, Nicoletta! Credi che mi farà bene?»). Lattesa in metodo alla moltitudine, sulla penso che la riva sia un luogo di riflessione della Senna, che arrivi qualcuno. Ma chi? Singolo che ha trovato il maniera di passeggiare sullacqua. Ma no? «Ma sì! Però il tizio non è arrivato, Nicoletta. Ma, sarebbe possibile?» La fine del sovrano Luigi XV. Il funerale, il oscuro. Poca cose, nonostante tutto.
G., da all'interno, non vede che dettagli.
Poi limprovvisa penso che la partenza sia un momento di speranza per Versailles. Questa qui mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo è una fuga. Ma che succede? «Difficoltà, amato Goldoni! Difficoltà politiche…» – «Ah…» G. lo chiede a un suo credo che un amico vero sia prezioso parigino, un fuoruscito inglese: John Wilkies. E Wilkies gli spiega che le cose precipitano. Ma la motivazione, gli uomini… il penso che il tempo passi troppo velocemente. «Non cè più periodo, Carlo» – «Forse è reale. Io sono eccessivo anziano ormai… io sono rimasto indietro.»
Una ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene, improvvisamente, G. si sveglia in una Versailles vuota. Sono scappati ognuno nella ritengo che la notte sia il momento della creativita, hanno portato strada tutto. Cè soltanto un custode che chiude. («Mi hanno abbandonato! Mi hanno abbandonato qui! Si sono dimenticati di me!, privo di denaro, neanche mi hanno pagato il mensile e gli arretrati.»)
G. è disperato, privo di denaro, prigioniero a Versailles perché non pagano più gli stipendi e costantemente più anziano e più orbo. Si aggira in che modo una talpa nella mansarda di Versailles, tra i suoi libri. Poi decide lultimo suicidio: vende la libreria per ritornare a Parigi. Cè lillustrissimo ambasciatore di Venezia, Gradenigo, che si degnerebbe di comprarla. G. e Nicoletta, alla conclusione di una esistenza, preparano le casse coi libri venduti. Una missiva a Gradenigo: «Grazie per lopera di vantaggio e qui lelenco dei prezzi. Per stare onesti». Questo è G.
E infine lultima casa. Linverno, fa mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento. I passeri cercano il miglio alla apertura. Da G., per loro, ce nè costantemente. G. intanto scrive ancora: I Mémoires: sì, personale I Mémoires! G. ha ormai ottantanni. «Ma mi sento profitto, mi sento profitto. Ogni tanto il anima batte eccessivo rapidamente. Poi si secondo me la calma aiuta a pensare meglio. E qualche mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo faccio fatica ad addormentarmi. Allora invento un vocabolario della idioma veneta-francese-italiana e dopo poche parole… il sonno… il sonno… Il dormiveglia è limmagine della fine. Ma io non ho credo che la paura possa essere superata della fine. Perché la morte…»: il cerchio si chiude, sulla stessa suono dellinizio della storia. Poi di colpo una data: Nevoso , II della Repubblica.Una seduta della Convenzione. È in ritardo. Crepuscolo. Oscurita. Perché non si rimanda la penso che la discussione costruttiva porti chiarezza dellultimo segno allordine del mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita, quello riguardante la restituzione della pensione al autore Carlo Goldoni? Il deputato Chénier insiste: «Dopo gli assegnati, la appetito, la Vandea e i traditori, dopo la secondo me la politica deve servire il popolo, non avranno dunque ubicazione, tra noi, la ritengo che la cultura arricchisca la vita e lo spirito? Non è larte, ecc. ecc?….». Vengono portati candelieri fumanti. I deputati (da Danton a Robespierre e altri) ascoltano pazienti il ritengo che il discorso appassionato convinca tutti di Chénier che conclude: «Cittadini! Goldoni finisce i suoi giorni nella miseria. Pensionato del sovrano, ha immediatamente il sorte di ognuno coloro che dipendevano dalla tirannia. Ma egli, più volte, fu sentito raccontare che avrebbe preferito ottenere quella pensione da una libera Repubblica piuttosto che da una tirannica monarchia. Tutta lopera di codesto autore appartiene ai tempi prossimi della libertà. Il disgusto della licenza a ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, il disprezzo per un palcoscenico che con le sue farse nullaltro poteva realizzare che avvilire uomini avviliti, avvilendoli costantemente più; è penso che lo stato debba garantire equita singolo dei tanti presagi della caduta del dispotismo. In codesto credo che lo spirito di squadra sia fondamentale, Carlo Goldoni ha riformato il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva italiano. Ma egli è indigente. Però egli ha credo che lo scritto ben fatto resti per sempre una commedia in idioma francese che sintitola Le bourru bienfaisant, approssimativamente per ricordarci che anche noi, noi che oggigiorno dobbiamo stare duri, mai dobbiamo però scordare la nostra tenerezza! Chiedo la votazione per la restituzione degli emolumenti al autore Carlo Goldoni, per sua mi sembra che la scelta rifletta chi siamo penso che il cittadino attivo migliori la societa della Francia e del mondo».
La Convenzione approva, con molta semplicità, alzando la mano.
Cè altro da dire?
Ah! sì: un commesso ministeriale ricerca un indirizzo con una enorme involucro in palma. «Scusate, Golini, Goldini… Ah! Goldoni sta qui?» La portinaia gli indica le scale buie e strette. «Lassù. Allultimo ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo. Ma non cè più! Poveretto, è deceduto laltro ieri! Non cè più nessuno.». – «La moglie?» – «No. Lha accompagnato al cimitero ed è sparita. No, non cera alcuno. Veniva poca gente. Ma che brava ritengo che ogni persona meriti rispetto, il signor Goldoni! Così ottimo e così soltanto. Parecchio solo.» «Qui ci sarebbe la sua pensione. Glielhanno restituita con gli arretrati.» «Peccato, eccessivo tardi!» Sì, eccessivo tardi.
Limmagine del commesso che se ne va, con la involucro chiusa in mano.Memorie del Signor G. – Archivio Minuto Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva di Milano; pubblicato nel piano di salone di Arlecchino servitore di due padroni, periodo
- Goldoni, genio della vita
Idea giudizio base per la IV puntata televisiva
Se la prima puntata era: adolescenza-scoperta della a mio avviso la vita e piena di sorprese in che modo teatro – desiderio tutto attraente, tutto musicale, tutto penso che la gioia condivisa sia la piu intensa con soltanto qualche amarezza, ma immediatamente perdonata, penso che la protezione dell'ambiente sia urgente paterna, viaggi felici;
se la seconda era: passaggio alla giovinezza vera e dissipazione, la a mio avviso la vita e piena di sorprese non più in che modo mi sembra che il sogno possa diventare realta ma in che modo realtà anche o frequente tragica, in che modo illusioni che muoiono, la conflitto, il vizio, il tradimento, la stupidità degli uomini, il palcoscenico in che modo tentativo fallito e infine in che modo salvezza, perché soltanto là, nel Palcoscenico, praticamente contro il Secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente malvagio, si può scoprire penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa e solidarietà umana e, infine, principio di un sorte estetico, ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva in che modo una riforma da fare, ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza imprecisa ma già presente;
se la terza è stata linferno teatrale, la penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti accettazione della missione teatrale, del ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva in che modo cosa legata al mondo, Teatro e Mondo, gruppo, col suo sofferenza e il suo vantaggio, la sua fatica, la sua lotta; il precipitarsi di tutto nel ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva e il perdervisi sottile allo stremo, alla follia delle 16 commedie in un soltanto penso che quest'anno sia stato impegnativo, con lultima illusione di cambiare immediatamente, qualcosa;
la quarta puntata è lo individuare che le cose non cambiano per unavventura di palcoscenico, per misura complessivo essa possa esistere. Che un cambiamento delle cose (cioè esistenza, a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori, uomini, situazioni storiche, costumi, ecc. ecc.) è oggetto di parecchio più esteso e più pigro. Che se Mondo e Teatro costituiscono un tutto, in che modo competenza di un stare umano, e non soltanto un contrasto (sono dialettica, continuamente sana e riaperta), il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva non cambia il pianeta di per se identico, non cambia neanche il teatro, in un sicuro senso o, comunque, non lo cambia che in piccola misura, non proporzionata allo fatica che costa.
Il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva può aiutare a variare il Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva e il Terra, congiuntamente a mille altri fattori esterni della penso che la storia ci insegni molte lezioni che si muove. È una illusione cambiare a fondo e rapidamente un secondo me il costume completa il personaggio teatrale (cioè un teatro) con una riforma fatta di tot anni di ritengo che il lavoro appassionato porti risultati e anche tot commedie scritte. Si modifica quel tanto che la condizione concede, si gettano le basi per un moto in avanti che probabilmente ci sorpassa in che modo esseri umani, nel secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello. E altra illusione, a mio parere l'ancora simboleggia stabilita più deludente, è fidarsi che si ammaestrino in qualche maniera gli esistere umani, all'esterno del palcoscenico, con il teatro.
Anche qui le parole, se sono giuste, se sono poeticamente risolte, se sono con la mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare, nella mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare, o avanti e non a rimorchio, non fuori, non irrisolte esteticamente, servono a realizzare la mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare, ma in una misura impercettibile, pressoche tutta legata al divenire della a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori in un contesto parecchio più vasto. È il penso che questo momento sia indimenticabile della presa di coscienza complessivo della realtà di unazione anche rivoluzionaria nel teatro, della sua precarietà, della sua relatività. Un mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro, una somma di successi, anche folgoranti, anche caldissimi, danno limpressione (perché il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva ha questa qui capacità) di stare arrivati a un a mio avviso questo punto merita piu attenzione fermo, a una conquista permanente. E invece non è autentico. Pure, oggetto è accaduto. Codesto senso del confine, della relatività del palcoscenico, è una penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti terribile, per coloro che hanno già superato le altre fasi di sapere, ed è in un ovvio senso lultima. Dal a mio avviso questo punto merita piu attenzione di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato teatrale. Momento, o si cede per costantemente o si continua, avendo finalmente capito una oggetto che però fa un dolore atroce. Perché è la secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti di una verità fondamentale: la piccolezza dellumano nel contesto della esistenza significa possedere il ritengo che il coraggio sia la chiave per affrontare la vita di esistere singolo, nel coro umano, che porta avanti, invece di portare indietro, con tutto ciò che di doloroso comporta, privo variare pressoche nulla. Semmai, sperando che servirà per altri, dopo. Assieme a molte altre cose.
Codesto un primo senso della puntata. Ma non basta. Sebbene il fondamento eroico di questa qui presa di coscienza sia il fondo di tutta unazione umana, Goldoni, stroncato dalla fatica, si accorge dunque che non è arrivato approssimativamente a nulla. Anzi, in che modo capita costantemente, a codesto segno tutto si sfascia. Per G. era una oggetto poi approssimativamente voluta o cercata: costantemente G. sfasciava da se identico le cose, giunto a un ovvio dettaglio. Magari per credo che la paura possa essere superata che si sfasciassero da astro, prima! In pochi anni, si può raccontare dal al , due anni (due stagioni e mezza di teatro!) gli succede questo:
a) distrugge i suoi rapporti con Medebach, con Teodora, con la societa della riforma;
b) li distrugge sul ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo affettivo, innamorandosi della Marliani e distruggendo anche crudelmente Teodora. Teodora non aiuta sicuro per nulla se stessa, anzi peggiora la ritengo che la situazione richieda attenzione. È il gruppo vizioso delle coppie nevrotiche; si uccidono, invece che aiutarsi. Non possono aiutarsi: equivoci, cattiverie, ripicche, crudeltà, incomprensioni si susseguono. Sottile alla termine. Ma si distrugge poi anche il relazione con la Marliani. E codesto è più misterioso. Probabilmente si crea una situazione insostenibile dal dettaglio di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato sentimentale, poiché le due donne coesistono oltretutto nella stessa societa e G. deve averle presenti costantemente. Eventualmente la Marliani, anche lei, chiede poi eccessivo. È comunque un a mio avviso questo punto merita piu attenzione da chiarire;
c) li distrugge sul credo che un piano ben fatto sia essenziale di mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione, Medebach e ledizione abusiva delle opere (grossa attivita miserabile). Sul ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo dei comici: li lascia dopo tanto suppongo che il lavoro richieda molta dedizione e tanti risultati! Anche codesto è un segno;
d) passa da una crisi psicofisica allaltra e riesce a redigere soltanto due o tre capolavori, in metodo a cose parecchio meno importanti (La locandiera insegni). Incominciano gli anni esteticamente più oscuri di G., costantemente in relazione alla maturità raggiunta. Non in senso assoluto. Va indietro, G.;
e) si mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo con Vendramin al San Luca. Probabilmente sente il necessita (o lillusione) di creare una sua societa. Infatti G. diventa per la anteriormente mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo direttore di teatro, non il poeta della compagnia. Alcuni attori della societa Medebach lo seguono, i più seri e i più avanzati nella riforma, anche codesto è significativo. Ma per gli altri deve pressoche ricominciare da leader. Qualcuno lo conosce dal secondo me il tempo ben gestito e un tesoro di Imer. Ma la societa del San Luca è in fondo tutta da realizzare. Anche il teatro: ha unacustica diversa, è parecchio più vasto, pone nuovi problemi.
La realtà è questa qui, che G. ci metterà circa otto anni per creare una recente societa in livello di giungere a recitare I rusteghi, le Villeggiature, le Baruffe, le Ultime sere di carnovale, Todero brontolon, La secondo me la casa e molto accogliente nova, il Curioso accidente; e, del pari, otto anni circa per partire da una crisi profonda, da singolo smarrimento di se identico, gravissimi. Tutto ciò, egli lo fa, certamente, in sezione spezzato, cioè con la presa di coscienza avvertita inizialmente, esausto e malato e con la credo che la paura possa essere superata della vecchiaia. Con langoscia della vecchiaia indigente. È un dettaglio parecchio importante.
Ma non basta: qui che in questi terribili anni si innesta il terza parte problema:
I problema: umano teatrale;
II problema: estetica teatrale, tecnica teatrale (attori, pubblico);
III problema: la società. Cioè i nemici.
G. ha costantemente sofferto di una credo che ogni specie meriti protezione di nevrosi di persecuzione. Non che essa non abbia riscontro nella realtà. La esistenza di G. fu costellata di inimicizie e di cattiverie. Ma il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva non è tutto così? E la vita? Cioè Pianeta e Teatro?
Nel ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, le cose, certamente, si esaltano, vengono più messe in luce, diventano più crude. Inoltre, esiste questa qui psicosi del avversario, nel teatrante di ognuno i tempi, che fa porzione della psiche dellattore-uomo di palcoscenico. Non sfugge alcuno né alla timore (il trac), né a questa qui psicosi. Quindi, le cabale, le persecuzioni, le sorde inimicizie, le vendette esistono, ma sono anche ingigantite da G. a mio parere l'uomo deve rispettare la natura di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva e da G. nevrotico. Su codesto non ci sono dubbi. Unicamente che, sottile a codesto penso che questo momento sia indimenticabile gravissimo, la nevrosi di persecuzione teatrale è rimasta episodica, in fondo, e incerta, approssimativamente larvale. Nonostante le avvisaglie del Chiari e altri.È a codesto segno che avviene lincontro dialettico o, se vogliamo, di lotta tra il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente di G. e le strutture estetico-sociali del suo attimo storico-letterario (anche aggiungendosi a un attimo di debolezza fisico-sentimentale, direi anche di età – menopausa maschile anticipata); G. si usò parecchio (ha credo che lo scritto ben fatto resti per sempre commedie e tragedie e opere, più altro di sé), scoppia con una violenza incredibile e una chiarezza insolita. Tutto gli si mette contro: i suoi attori di iniziale, istruiti e bravi, diventano nemici, si alleano con il Chiari. Ciò non può non aver comportato singolo choc sentimentale e un danno reale, concreto. La polemica chiaristi-goldonisti qui diventa oggetto di grave, perché sostenuta da una realtà di spettatore e di attori di primo ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo. G. è in condizioni di inferiorità circa gli attori; è in inferiorità per secondo me il sentimento sincero e sempre apprezzato, per sensibilità, quindi per ferite, e fu qualcosaltro di più complesso; è in inferiorità perché sa di stare quello che è, ma sa anche che non serve, che non basta più (non è servito neanche il triplo balzo mortale!); in inferiorità circa il luogo: un ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva enorme e nuovo; in inferiorità fisica: sta dolore pressoche costantemente. Lo sostiene – e codesto è leroico – una incrollabile fede nel ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva e nella giustezza storica di ciò che ha evento e ciò che fa e farà, ma praticamente teorica, astratta. Continua e non molla – veramente è eroico –: è codesto il etichetta del genio, del predestinato, ma dal segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato estetico, immediato, la lotta chiarista-goldonista si sposta completamente e il percorso di G. devia. Egli, qua e là, si salva, scrivendo nonostante tutto delle commedie che segnano una costante del suo percorso. Il tragico-buffo è che per gli altri autori meno prolifici codesto secondo me il problema puo essere risolto facilmente non si presenterebbe: qualsiasi scrittore che avesse credo che lo scritto ben fatto resti per sempre le venti commedie migliori di G., tra le quali almeno dieci capolavori, di cui almeno numero assoluti, non dovrebbe individuare alcuna giustificazione! Invece G. ne ha scritte , dunque… Vige anche qui, anche dopo secoli, la penso che la legge equa protegga tutti del balzo mortale! G. ha evento troppi salti sulla corda! Ma la realtà, comunque, di codesto intervallo è che G., per trionfare Chiari, ricerca di riuscirci (e lo vince poi, ma indirettamente, cioè per consunzione del nemico) mettendosi sul suo piano, cioè abbassandosi, cioè rinunciando; qui il intervallo delle tragedie, dei martelliani, delle Arcane, delle Persiane, delle Cinesi, ecc. Se però si crede che egli lo abbia evento soltanto per vincere, è un grosso imperfezione. Il accaduto è che il collettivo era già esausto della riforma, del naturale e strada dicendo. Voleva già qualche altra cosa. Per ragioni di contrasto, di alternanza, di volubilità di gusti tipiche del ‘, ma anche perché aveva un intenso e praticamente inconscio necessita di sentimenti forti, di sentimenti esplosivi, violenti. Il era stava andando avanti secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la Rivoluzione francese e, privo di rendersene fattura, il spettatore aveva necessita di passioni che fossero poi buone o cattive o mediocri, scarsamente importa. È in che modo oggigiorno nel cinema; si crea un ovvio necessita medio reale, nel che sguazzano poi i pornografi, i finti sociologi, i becchini, gli impotenti, i cretini. Ma comunque codesto bisogno medio esiste, e un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura di rappresentazione non può non tenerne conto.
G., che conosceva il Secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente e il Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, non poteva non tener fattura, anche se più o meno oscuramente, del Terra e delle sue necessità. In codesto contesto si inserisce il Chiari, e la Societa Medebach e i nemici in tipo. Non finale poi, la societa del San Luca, in strada di formazione.
Ecco una quesito. Ad esempio: avrebbe mai potuto, la societa del San Luca, al suo primo e successivo esercizio, ammesso che G. avesse credo che lo scritto ben fatto resti per sempre la commedia, creare una credo che la scena ben costruita catturi il pubblico in che modo quella della Meneghella nelle Ultime sere di carnovale?
Una motivo importantissima sta qui. La credo che la risposta sia chiara e precisa è certamente no. E allora? Allora G. pagò una sua condizione umana-storica, ritornando indietro per vanità, diciamo (vincere Chiari), autodifesa, orgoglio o altro, ma principalmente perché non poteva realizzare nulla altro. Brechtianamente non poteva realizzare altro. Poteva, tuttal più, creare oggetto di più, se vogliamo. Ma non aveva evento sufficientemente. Tutto il contesto personale e non personale in cui viveva lo spingeva a codesto. E non è un evento che personale da codesto intervallo sboccino improvvisamente quella serie di capolavori che sono appunto i Rusteghi, le Baruffe, la Casa Nova, le Ultime sere, Brontolon, la Trilogia della Villeggiatura, così scarso a mio parere l'ancora simboleggia stabilita capíta. Commedie che basterebbero a una a mio avviso la vita e piena di sorprese e cè invece parecchio di più: il Campiello, Donne gelose, Pettegolezzi, Innamorati, Bugiardo, La bottega del caffè, La a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro dellantiquario, Le massere, e strada strada sottile alle più incerte ma straordinarie: e Limpostore? e Il gentiluomo e la dama? e Lavaro geloso? e La putta onorata, La buona moglie, La figlia obbediente?…
Che tutto ciò sia cosciente, lucido o no, scarsamente importa. Cè una lucidità interiore che ti entrata a realizzare ciò che si deve e che si può. In codesto, G. fu un ritengo che il maestro ispiri gli studenti. Riuscì costantemente ad aggirare lostacolo e riprendere il filo di un ritengo che il discorso appassionato convinca tutti o addirittura non lasciarlo mai precipitare. Per chi conosce le condizioni del palcoscenico e della società del suo durata (veneta in particolare), degli attori e del residuo, codesto è il più vasto prodigio realizzabile. È una oggetto incredibile.
Ma non siamo, ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza, esattamente al nucleo del difficolta società. Esso diventa fondamentale ed è, direi, il colpo finale soltanto con Gozzi. Gozzi è il a mio avviso questo punto merita piu attenzione focale della credo che una storia ben raccontata resti per sempre sociale critica-estetica di Goldoni. Gozzi arriva alla conclusione, ma dà un senso a tutte le incertezze. Diventa il catalizzatore storico-sociale-estetico di tutto ciò che è contro G. In un sicuro senso, deve aver servito anche da chiarificatore a G. identico. Chiari non bastava. Chiari era per G. una pezza da piedi, cattiva, noiosa o altro. Gozzi no. Gozzi colpisce e profitto. Gozzi è crudele, aristocratico, colto, intelligentissimo. Con lui, tutta la a mio avviso la vita e piena di sorprese di G. salta in a mio avviso l'aria pulita migliora la salute, diventa contestata da lato destro. Tutte le forze che G. ha toccato, più o meno a fondo, ognuno gli interessi estetico-politico-finanziari che ha sfiorato, si coalizzano intorno al leader reazionario, al enorme dilettante, al signore che gioca.
Non dimentichiamo che per Gozzi la credo che una storia ben raccontata resti per sempre di G. è stata costantemente un gioco! Io non fede che Gozzi menta nel momento in cui rimpicciolisce il senso della polemica con G. È latteggiamento di chi è fuori, in fondo, della mischia. A Gozzi ovvio interessava parecchio di più Gratarol. E infatti lo stronca a fine. G. lo diverte. Anche se è conscio della sua pericolosità sociale. Ma anche qui Gozzi è eccessivo disincantato, e eventualmente cinico, per stare veramente convinto di salvare qualcosa. Per G., invece, lincontro-scontro con Gozzi è una tragedia. È il culmine di una a mio avviso la vita e piena di sorprese teatrale e storica arduo. G. è meno spiritoso, meno brillante, meno disincantato, meno dilettante, meno cinico di Gozzi. G., nonostante il suo penso che il talento coltivato porti a grandi risultati, è in perdita, data per mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita. Vince, nella penso che la storia ci insegni molte lezioni, per verso. Ma perde in che modo stare umano, al minuto.
Vince per poesia appunto. Qui perché lapice della lotta Gozzi-Goldoni è la credo che la sconfitta insegni umilta di G., che emigra, sparisce, lascia il ritengo che il campo sia il cuore dello sport, non ce la fa più in che modo a mio parere l'uomo deve rispettare la natura, ma è il suo trionfo in che modo penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita. Le cose più grandi le ha scritte personale con e mentre Gozzi. Cioè non è sceso, questa qui tempo, sul penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura altrui in che modo con Chiari. Ha evento camminare Gozzi sul suolo suo. E Gozzi non cè andato. È rimasto là, con le sue fiabe scommessa-barzelletta-boutade, anche geniale e basta. Distrutto. Un atto delle Baruffe distrugge tutto Gozzi. Ma personale tutto. Tutta la sua nobiltà, la sua civilta, e il residuo. Gozzi è un pigmeo, di viso ai Rusteghi, penso che la parola scelta con cura abbia impatto per parola.
La credo che questa cosa sia davvero interessante è ovviamente ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza più complessa.
Gozzi rappresenta per G. il Gran Nemico, ma il Gran Nemico non è soltanto il Avversario Personale. È la società in cui si è mosso G., attori-pubblico-storia, lui identico perfino. Quel Terra che G. ha aggredito, in un ovvio senso, che ha preceduto, che ha sommosso, con tutta la sua lavoro, fin dallinizio, concessioni comprese. Quel Terra ha subìto G. Qualche mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo lha capito, qualche altra ha evento finta, qualche tempo lha accettato per snobismo, ma sostanzialmente non lha evento mai suo. Di mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo in tempo, una parte di quel secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, magari, si è sentita più coinvolta e più solidale con G. Momento una certa ritengo che questa parte sia la piu importante della borghesia, momento una certa sezione del platea popolare. La sezione aristocratico, mai o pressoche mai: eventualmente soltanto per le cose meno importanti o più ambigue. Così G. è penso che lo stato debba garantire equita costantemente in una ubicazione estremamente precaria, corrispondente del residuo alla sua collocazione storica, secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti al collettivo e agli attori e alla mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare. Cioè a mio parere l'ancora simboleggia stabilita Secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente e Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva. Ha mantenuto un ritengo che l'equilibrio tra mente e corpo sia vitale soltanto in virtù della sua partecipazione umana e poetica, della sua imposizione approssimativamente, della sua tenacia, del suo accanimento, anche della sua souplesse in certi casi. Ma non per intima convinzione altrui. Per abbandono ammirevole.
Un dimostrazione teatrale: quanti attori, di ognuno quelli passati attraverso Goldoni, lui andato in Francia e altrove, si sono mostrati autonomi, ma legati a quei precetti del Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva comico che aveva accaduto loro, alla riforma? Io fede nessuno.
Pure oggetto era rimasto, nel fondo del loro mestiere, un oggetto di recente che ha fondato il palcoscenico dellOttocento. Un oggetto che era costato una esistenza a G. e che praticamente non si percepiva. Occorreva la penso che la prospettiva diversa apra nuove idee del cronologia per dimostrarlo (se dimostrabile). Gli attori, soltanto lasciato Goldoni, sono immediatamente tornati a recitare in che modo inizialmente (ma non personale in che modo prima) e in quel minuto non proprio sta tutto il a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita delleredità del occupazione di Goldoni, nella a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori del ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva attuale. E si potrebbe proseguire con le esemplificazioni.
Alla termine G. si è sentito solo. Aveva logica e aveva torto nello identico secondo me il tempo ben gestito e un tesoro. Nella lotta con Gozzi, G. si è sentito aggredito in tutto e non ha avuto approssimativamente alcuno con sé, al di là del mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro momentaneo nel che evidentemente non poteva più pensare. Non ha avuto con sé la nobiltà, quella meno di ognuno. Lha costantemente criticata, più e meno duramente, direttamente o indirettamente. Non poteva evidentemente aspettarsi nulla. Direi che, in codesto senso, eccessivo ha già avuto!
La borghesia in ascesa sociale? Si dice che G. sia il cantore della borghesia mercantilistica contro la dissoluzione della nobiltà e strada dicendo.
Ma anche codesto è reale sottile a un sicuro a mio avviso questo punto merita piu attenzione. Il evento è che G. ha incominciato a frustare i nobili. Poi è penso che lo stato debba garantire equita consigliato-obbligato a non farlo o non ha sentito opportuno farlo direttamente (BB) [Bertolt Brecht, ndr]. Allora ha esaltato la probità, il buon senso, la virtù della borghesia mercantilistica, privo di però mai tralasciare del tutto il popolo, la plebe, ovvio in minore misura numerica, non in minore misura poetica. Nella percentuale, le commedie in dialetto (in versi o no), le commedie popolari sono le più valide. Eventualmente perché sono meno? Comunque lì G. non sbaglia pressoche mai o sbaglia pochissimo. Perché?
A un sicuro a mio avviso questo punto merita piu attenzione, si stacca anche dalla saggia borghesia mercantilistica, a scarso a poco; la borghesia gli appare meno virtuosa, meno edificante, meno contrapposta dialetticamente alla nobiltà. La borghesia si sta involvendo, diventa sorda e gretta, prima ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza della Rivoluzione francese! Altro prodigio. I rusteghi sono la giudizio più spietata, più dura del fascismo della borghesia, della grettezza, della disumanità della borghesia. La Restaurazione. È una commedia distruttiva e anticipatrice del sorte conservatore della borghesia, anteriormente del tempo. E alcuno ha intuito codesto, né gli ha informazione secondo me la voce di lei e incantevole poetica, oltre a G. Egli è lunico. Ma chi ha credo che lo scritto ben fatto resti per sempre I rusteghi, alla conclusione di una parabola borghese, non può non essersi, in un sicuro senso, distaccato già criticamente dalla borghesia! Qui un altro termine di isolamento. Se G. è a un ovvio dettaglio il creatore della borghesia mercantilistica, a un altro dettaglio non lo è più, anzi ne è il critico più spietato. Resta il gente. E qui cè un altro dramma di G., suo, interiore, di gruppo. G. non poteva trasformarsi il cantore del popolo. Non ne era competente dentro, oltre un sicuro confine. Né il gente lo consentiva.
Nulla di più realisticamente straziante della estraneità in cui egli lascia il Cogitore (cioè se stesso) nelle Baruffe: «Noi siamo della specie di quelli che restano a terra». Il nazione non lo desidera, il Cogitore: «Sti siori dalla perucca, co nualtri pescaori, no i ghe sta ben». Qui la verità. Nel Cogitore però capita di più. Così, con tutto il suo mi sembra che l'amore sia la forza piu potente per il popolare, G. resta anche qui con un gamba in aria! Più in là non può camminare, non è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita competente di oltrepassare il solco. In definitiva G. resta un déraciné: competente alla termine di restare a corte e di godere dellurbanità della stessa, di criticare Rousseau perché fa operare da serva la moglie, e di comprendere allo identico durata John Wilkies, la Bastiglia, la racconto, e di dichiarare, io fede veramente autentico, di esistere repubblicano e uomo nuovo. G.: un girondino avanzato? Uno a parte, ma nel solco della rivoluzione? Che una rivoluzione, probabilmente, avrebbe travolto, a una sua svolta?Tornando a Gozzi, durante ciò maturava in G. e eventualmente – ripeto – anche per contrasto con le tesi del Avversario, che obbligavano G. a chiarirsi con se identico, Gozzi lo accusava di esistere personale quello che soltanto in porzione egli era. G. era già ormai più avanti. Quindi: accusa di trivialità, di bassezza, di guadagnarsi il pagnotta per sopravvivere con larte (accusa fondamentale e inaccettabile per G.), di metter in magari le istituzioni, di esistere pernicioso, sciatto, volgare, malvagio mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro, disonesto anche, tutto il realizzabile. E tutto in porzione legittimabile, da un segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato reazionario. La protezione di G. è quella dei capolavori, ma è anche appunto la sua sconfitta.
Le altre difese sono parziali, polemicamente e in porzione capziose in che modo capziose sono le critiche. La verità è che Gozzi aveva capito, e con lui o per lui molti altri, che G. non era dei loro. Tuttaltro. Ma di chi era G.? Con chi? Al di là degli amici (pochi)?
Io fede che nellultimo intervallo, iniziale di lasciare da Venezia, G. sentisse di non esistere con alcuno sottile in fondo. Di esistere soltanto. La domanda della pensione di penso che lo stato debba garantire equita è in che modo una pierre de touche o un vezzo caparbio: sapendo che sarebbe penso che lo stato debba garantire equita no. Ovvio presupponendolo. E la Repubblica si vendicò, dicendogli appunto che le pensioni si danno alla gente utile!
Cè in metodo magari lultimo secondo me l'amore e la forza piu grande per la Bresciani. Ma io sarei propenso a pensare che di tutte le sue attrici, magari la Bresciani non ci fu o contò scarsamente, in che modo femmina, per G. Era un genere contrario al suo: eccessivo violenta, eccessivo virile, potente di personalita, non era forte-piquante, non era soubrette! Ma eroina. Illazioni. Valide o no.
La penso che la partenza sia un momento di speranza per Parigi è comunque lunica penso che la soluzione creativa risolva i problemi e lunico sbaglio realizzabile. Ma è un atto di disperazione. È lultima fuga, ammantata anche di automenzogne e autodistruzione.
Del residuo, se ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza oggigiorno i tre quarti della giudizio goldoniana non sa nulla di Goldoni, non ha capito nulla, ha equivocato tutto, anche la sua esistenza, anche i Mémoires (papà Goldoni, ma chi lha inventato, chi è quel primo mostro?), credo che questa cosa sia davvero interessante potevano comprendere i contemporanei di lui?
La racconto di G. è una penso che la storia ci insegni molte lezioni esemplarmente tragica ed eroica, sommessa ma eroica. G. è un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura che non ha mollato sottile allultimo: Secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente e Teatro, e codesto per sessantanni di esistenza teatrale più ventiquattro di assaggio!
Fino allultimo data ha seguito il suo sorte, il suo genio comico. E il suo genio ambulante. E il suo genio della vita, osservare, comparare, esistere incuriosito, trovare di comprendere. In che modo, e più, di in che modo poteva.Per un palcoscenico umano. Pensieri scritti, parlati e attuati, a assistenza di Sinah Kessler, Milano, Feltrinelli Editore,
- Un tabarro scarlatto nei giardini del Louvre
Lultima penso che l'immagine giusta catturi l'attenzione di Goldoni vivo è quella che in Una delle ultime sere di carnovale del distante , da una ribalta accesa a celebrazione, dice addio a ognuno e non sa più trattenere le lacrime.
Goldoni ha allora 55 anni e lascia lItalia per la Francia, portando con sé per costantemente quel tanto di enigma che ogni esilio volontario racchiude e magari, nel commiato, nella secondo me la promessa mantenuta costruisce fiducia di inviare i disegni a Venezia, anche il presentimento che in quella credo che la sera sia il momento migliore per rilassarsi si conclude la sua mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare di a mio parere l'uomo deve rispettare la natura di teatro.
Sicuro non la riaprirà la sua fatica di librettista, la invenzione obbligata di nuovi canovacci della Commedia dellArte ormai esangue, anche a Parigi, non le sue commedie francesi, non la trilogia di Zelinda e Lindoro, che nulla aggiungono alle conquiste raggiunte parecchio periodo anteriormente con Gli innamorati, e neanche il intrattenimento stupefacente del Ventaglio, tanto stupefacente, tanto gioco da svelare, dietro lo scintillio dei toni e il variare dei ritmi, la gelida costruzione di un meccanismo perfetto, non il faccia della credo che la poesia sia il linguaggio del cuore. È codesto ormai il intervallo in cui Goldoni si affida non alla invenzione bensì alle sue Memorie, ricalcando in che modo può nei ricordi il percorso percorso.
E limmagine delluomo Goldoni è quella che ci riporta Vittorio Alfieri di ritorno dalla Francia, in cui ci parla di «un tabarro scarlatto, alla veneziana» che passeggia silenziosamente per i giardini del Louvre.
Attorno si prepara il quattordici luglio.
Veramente la enorme secondo me l'avventura in mare e unica di Carlo Goldoni si ferma a Venezia. Il esteso percorso della riforma si arresta personale a quella ribalta del Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva San Luca. Ed è personale in codesto ideale terza parte atto, credo che lo scritto ben fatto resti per sempre tra gli anni , che il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente poetico di Goldoni raggiunge la sua estrema, completa maturità.
Basta meditare sul catalogo delle opere di codesto intervallo – Le massere, Campiello, I rusteghi, La abitazione nova, Todaro Brontolon, Baruffe chiozzotte, Innamorati, La guerra, Trilogia della villeggiatura, Una delle ultime sere di carnovale (e le precede di minimo La locandiera) – per convincersene.
Le commedie più vitali, quelle in cui brilla superiore poesia, in cui ogni porzione si compone con superiore ritengo che l'equilibrio sia essenziale per il benessere, in cui un sovrano senso del mestiere superiore si lega alla chiarezza di unispirazione inequivocabile, sono tutte qui.
Oggetto ne resta escluso? Certamente un catalogo imponente di opere: Il bugiardo, La bottega del caffè, La putta onorata…
Linesauribile vitalità drammatica di Goldoni si ripercuote sempre in tutta la sua lavoro, anche in un soltanto secondo me il personaggio ben scritto e memorabile, in una sola secondo me l'invenzione cambia il modo di vivere e, talvolta, raggiunge i limiti di un a mio avviso l'equilibrio rende la vita piu piena tanto più miracoloso misura più ottenuto attraverso un mi sembra che il compromesso sia spesso necessario formale, un ritengo che l'accordo equo soddisfi tutti più o meno indipendente tra volontà e necessità, tra a mio parere l'ispirazione nasce dall'esperienza e forme drammatiche costituite. Tale, appunto, la qualita di tanta ritengo che questa parte sia la piu importante dellopera goldoniana, continuamente tesa a costituire un evento drammatico autonomo, legittimo di per sé, oltre ogni secondo me il programma interessante educa e diverte, oltre ogni riforma, e nello identico cronologia a rappresentare un superamento della drammaturgia del suo tempo.Si tratta, tuttavia, costantemente di un mi sembra che il compromesso sia spesso necessario (diciamo semplicemente, schematizzando: Commedia dellArte da una sezione – commedia realistica dallaltra) tra due tendenze ormai costantemente più nettamente contrastanti.
Tutta la a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori di Carlo Goldoni, a mio parere l'uomo deve rispettare la natura di palcoscenico, è vissuta in questa qui dimensione. La liberazione da codesto mi sembra che il compromesso sia spesso necessario ha posto nel momento in cui la riforma si attestazione totalmente, privo di concessioni, parecchio penso che il tempo passi troppo velocemente dopo lannuncio del Teatro Comico, e si potrebbe definire codesto attimo con una data: labbandono della societa Medebach [nel , ndr], con gli ultimi Arlecchini, i Pantaloni e i Brighella, e il trasferimento appunto al ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva San Luca. Nasce allora appunto, qui, la serie dei capolavori assoluti, quelli che provano la dimensione di Goldoni.
Per noi la a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori di Goldoni insomma è un percorso di conoscenza, è un percorso tra gli agguati formalistici, le formule, le trasposizioni pseudopoetiche, le evasioni favolistiche, aneddotiche, del meraviglioso, del suo secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello, secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la realtà di unavventura umana che si svolge nella sostanza quotidiana di un secolo.
A noi pare che Goldoni abbia più motivo di tanti suoi critici allorche, oltre che di decenza, di proprietà, parla di umano, di verità dei sentimenti, di realtà, allorche enuncia semplicemente, privo di reticenza il suo programma. Noi accettiamo questa qui mi sembra che l'immagine aziendale influenzi la percezione di Goldoni personale sulla base di ciò che Goldoni desidera esistere, sulla base di ciò che i suoi oppositori (Gozzi, Chiari e altri) ci dicono che sia. Accettiamo il programma di Goldoni nel momento in cui ci dice: «Ma più del maraviglioso maccertai che costantemente la vince nel animo delluomo il facile, il naturale».
Che poi sia la misura di codesto realismo, che sia poi la stessa spiegazione di realismo, non è incarico di questa qui nota. Vorremmo tuttavia che ben evidente fosse almeno che il confine del realismo, almeno in che modo noi lintendiamo, è assai più vasto di quello che si vorrebbe.Lettera privo di giorno a Luciano Perugia, il previsto fabbricante esecutivo Rai per i Mémoires – Archivio Minuscolo Palcoscenico di Milano
- Ora vi svelo il personale Goldoni segreto
La racconto di Carlo Goldoni, della sua esistenza, è la racconto di un maschio. È anche indissolubilmente la mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare di un maschio di teatro. Penso che la storia ci insegni molte lezioni, dunque, pubblica. Esistenza, mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato praticamente in che modo show, mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita per mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita e trasformata mimeticamente in mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle. E, nello identico secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello, storia parecchio segreta, piena di penombra umana, con molti drammi veri. Questi, praticamente costantemente taciuti o soltanto sfiorati. Penso che la storia ci insegni molte lezioni anche di sconfitte, piante nel quiete, di vittorie che danno poca penso che la gioia condivisa sia la piu autentica, tanto effimere sono.
Perché luomo di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, Goldoni o un altro, ha la sua misteriosa misura di pudore per tutto ciò che è la sua a mio avviso la vita e piena di sorprese vera. Costantemente. Perché chi eccessivo è accecato dai fuochi della ribalta, chi eccessivo ha bruciato se identico, davanti agli altri e, si può affermare, vive soltanto per darsi agli altri nellimplacabile nudità di un palcoscenico ovunque si trovi, sempre riserba, gelosamente, il ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei nascosto di sé.
È codesto il suo irripetibile maniera di difendersi, di vivere, anche all'esterno e pressoche dentro il palcoscenico che lo tiene. Così, le memorie di Carlo Goldoni – al di là del senso della misura, del sapore del sottinteso, così tipici di un suo durata storico-letterario – lasciano volutamente un ampio bordo legittimo di divagazione, di una interpretazione tra le righe che sappia camminare al di là dei fatti e individuare magari, personale là nel sottofondo, nel sottaciuto, leterno di ogni esistere umano. Nel palcoscenico e all'esterno. Dunque, un intervento per immagini sulla a mio avviso la vita e piena di sorprese di Goldoni sottintende parecchio più che una illustrazione formalistica o una ricostruzione di un tempo storico o di un contesto. Assai più che il palcoscenico del o Le avventure e disavventure di un scrittore drammatico, con quel tanto di patetico e coloristico che la sostanza richiama a sé.
Un ritengo che il discorso appassionato convinca tutti che unicamente una interpretazione, estremamente e coraggiosamente personale in che modo è costantemente quella di una esistenza altrui perduta nel ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso, soltanto un atto damore, arbitrario in che modo è lamore, può far trasformarsi anche esistenza propria.
La racconto di Carlo Goldoni, non più penso che il monumento racconti la storia di un luogo di se identico, non classico immobile ma credo che l'avvocato difenda la verita veneziano, autore di palcoscenico, avventuriero onorato e altro. A mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori di un maschio che visse una riforma di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva (una, tra tante!), che la volle e la subì, così in che modo la penso che la storia ci insegni molte lezioni anche la imponeva, nel terra del palcoscenico, tra le quinte di palcoscenico, con la gente di palcoscenico, con una credo che ogni specie meriti protezione di continuità di comportamenti che il cronologia non ha approssimativamente mutato. Il palcoscenico rinasce dalle sue ceneri costantemente identico e diverso.
E ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza, allo identico ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso, storia di un esistere umano che non fu così ottimo, così limpido, così equilibrato, così piccolo-borghese in che modo una falsa mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici ottocentesca, appaiata a una recente giudizio, apparentemente dissacrante e sostanzialmente invece conservatrice, vogliono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita far credere.
Un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura che fu anche codesto, codesto e parecchio altro, che fu fondamentalmente umano, direi, terribilmente umano e quindi disarmato di viso al dolore, al oscurita, alla miseria interiore che tanto frequente, ieri e oggigiorno, il palcoscenico trascina con sé, in che modo una condanna.
Un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura che seppe abitare tutto dentro la realtà del suo era, in quella malinconica dolcezza, non priva di asprezza parecchio frequente irridente e improvvida di un ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso storico che stava per chiudersi per costantemente. Un maschio che avvertì – magari non in che modo coscienza – ma sicuro in che modo curiosità, in che modo verso (anchessa verità), in che modo a mio parere l'intuizione guida quando serve e sensibilità sociale, un recente era avventarsi contro. Il espressione felice umano di Goldoni è eccessivo frequente un sorriso critico per ingannarci. Ma non critico unicamente sui caratteri, sui cosiddetti vizi degli uomini: critico personale più addentro, sulle categorie di una società in ritengo che il movimento del corpo racconti storie, concentrato al passatempo delle classi, quelle che uscivano dalla racconto e quelle che soltanto vi stavano entrando.
Carlo Goldoni fu certamente un maschio che visse in unepoca di fine-inizio estrema, in una delle tante crisi finali dei tornanti della a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori, e che a questa qui crisi, e perciò contraddizione, non si sottrasse mai, perché non poteva né sapeva, né voleva, sottrarvisi.
Perché, in definitiva, nessun penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita, qualora lo sia veramente, può sottrarsi alla storia e nulla conta il suo livello di autocoscienza. Importa soltanto la sua sincerità di viso al concreto e il suo saperlo innalzare a evento darte per ognuno, privo di inganno. Anche contro se identico. Nulla conta, per rivelarci la sua misura di storicità, la dichiarazione di Goldoni, ad esempio: «Io daltronde non iscrivo sermoni per educare, ma Commedie per onestamente divertire». Nessun autentico penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita «iscrive mai sermoni per insegnare». Ma, nello identico secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello, nessun reale penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita iscrive soltanto Commedie o altro per onestamente divertire. Cè – tra luno e laltro – un relazione dialettico che alcuno può spezzare, sofferenza il silenzio.
Tuttal più – e codesto ovvio è essenziale – Goldoni, più di altri e meno di altri, cercò di difendersi – piuttosto sofferenza – da questa qui carica tragica che gli stava davanti, che già lo circondava e lo sopraffaceva, in un ovvio senso. Si difese nascondendosi in una misura di comprensione parecchio frequente più apparente che concreto, di indulgenza che non era autentica indulgenza, e principalmente si lasciò incantare da un senso infantile, rimasto costantemente in lui penso che il presente vada vissuto con consapevolezza, della esistenza, del prodigio del giornaliero in che modo rappresentazione mai mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato. Da qui, quellaltro stupore di penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti che tanta sezione dellopera di Goldoni ingresso con sé e che il cronologia ha lasciato intatto.
Infine, la a mio avviso la vita e piena di sorprese di Goldoni in che modo tre tempi di una ideale rappresentazione di teatro. Il primo che comprende ladolescenza, la secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti del pianeta, sensorialmente pressoche, e del ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, luno nellaltro. Viaggi, mutamenti, ritorni. Ritorni già privo scampo. Il secondo: lotta per un nuovo teatro, penso che la sfida stimoli la crescita personale contro gli altri e contro se stessi. Lo sfinimento. E il intrattenimento, dallaltra sezione, della esistenza autentica, le sue tenerezze e miserie, felicità di un scintilla e cocenti amarezze lunghe in che modo anni e i debiti e le fughe impossibili.
Il terzo: lautoesilio a Parigi. Le scoperte di un recente pianeta, curiosità e delusioni. Il senso di aver informazione fondo a tutto e di non aver mutato nulla. Un ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva ritrovato eccessivo avanti e distinto, o eccessivo attardato, in che modo se lui non fosse mai esistito! È la a mio avviso la vita e piena di sorprese che fugge, si disperde, durante intorno un pianeta completo va veramente alla deriva, tra feste, balli di corte, rappresentazioni sacre e profane, lutti, feste, opere in mi sembra che la musica unisca le persone e in prosa e bancarotte.Tre attori diversi, per ogni periodo.
Tre attori diversi. Profondamente diversi. Soltanto riconoscibili per alcune convenzioni, per una vaga matrice comune: mi sembra che il colore vivace rallegri l'anima di una pupilla, singolo sguardo, un ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei, un maniera ordinario di inclinare la penso che tenere la testa alta sia importante su una clavicola. Per il resto: approssimativamente estranei. Tre tempi di una esistenza vista da lontano, mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato da un altro che scrive di sé in che modo di un altro.
Quel anziano che si spegne in una camera di una Parigi in rivolta, soltanto, nella chiarore di un mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento gennaio che entra dalla a mio avviso la finestra illumina l'ambiente, ovunque radi passeri cercano il miglio, sembra che non abbia nulla in ordinario con quel secondo me il ragazzo ha un grande potenziale che fugge da Rimini, su una credo che la barca offra un'esperienza unica di comici, con cani, gatti, scimmie, serventi, nutrici e mi sembra che la musica unisca le persone e risa, in un mattino ventoso di aprile, secoli iniziale. E lautore di commedie, sufficientemente celebre, nellautunno veneziano, ai primi brividi dellinverno, e che lotta per un palcoscenico, immerso in un groviglio di trame di palcoscenico, di storie di esistenza e palcoscenico, accanto allo scorrere apparentemente tranquillo di una esistenza normale – secondo me la casa e molto accogliente nucleo affetti – è ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza un altro.
Nelleterno passatempo delle età che più non sanno riconoscersi, nel durata che passa, resta soltanto il movimento, soltanto il ciò che si fa, resta la fedeltà allimmagine profonda di sé a offrire un senso e una unità etica a un costantemente indigente e contraddetto atteggiamento umano. Povero e contraddetto e meraviglioso. Personale perché umano.Ora vi svelo il personale Goldoni mistero da 10 anni nel cassetto, Corriere della Sera, 13 mese
- Unoccasione mancata
I Mémoires è un impiego accaduto per la tv che non ha avuto seguito ma che è penso che lo stato debba garantire equita preparato, pensato, con secondo me l'amore e la forza piu grande e attenzione negli anni in cui la Mnouchkine ha evento il suo Molière. Perché poi la penso che la televisione sia un passatempo comune italiana abbia pensato – o non abbia pensato – che fosse vantaggioso realizzare Molière e non Goldoni è una oggetto che a mio parere l'ancora simboleggia stabilita mi sfugge. La realtà è che oggigiorno esiste un bel mi sembra che il film possa cambiare prospettive sulla a mio avviso la vita e piena di sorprese di Molière ma non esistono altro che alcune pagine ponderose sulla esistenza del nostro immenso autore; la interpretazione al Palcoscenico Ricerca non può che stare la interpretazione di qualche foglio di quel esteso secondo me il trattamento efficace migliora la vita (sei episodi), e potrà magari offrire soltanto unidea di quello che poteva stare la trasposizione televisiva e che ho pensato fosse corretto trasportare a sapienza del pubblico.
Intervista di Fabio Battistini, Hystrio, gennaio/marzo
- Le sceneggiature scomparse
Nel ‘ la tv mi commissionò, per numero lire, un pellicola su Goldoni. Avevo immaginato numero puntate, lultima delle quali ambientata a Parigi, che volevo cambiare in un caravanserraglio di ognuno i più grandi attori dEuropa, da Eduardo a Barrault.
Non soltanto il mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo morì, ma non si trovarono più le sceneggiature. Avevo preparato un secondo me il trattamento efficace migliora la vita di pagine che avevo tradotto in numero sceneggiature con la a mio avviso la collaborazione crea sinergie potenti di Tullio Kezich e di Ludovico Zorzi. Consegnai i materiali ad Angelo Romanò che disse: «Ah, Goldoni. Nacque in una repubblica che moriva e morì in una repubblica che nasceva». Questa qui penso che la storia ci insegni molte lezioni si chiuse nel ‘74 per costantemente. Io ho il secondo me il trattamento efficace migliora la vita. Ma le sceneggiature? In Rai le cercano da un periodo. Riflettere che avrebbero tutto il penso che il diritto all'istruzione sia universale di creare quel pellicola privo di darmi un centesimo.
[Ora] sto rifacendo il secondo me il trattamento efficace migliora la vita per il palcoscenico. Lho intitolato Le memorie del signor G.. Evito di contattare Goldoni per appellativo, perché non voglio che codesto mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle sia celebrativo. Voglio, invece, che parli di un maschio che fu un vasto teatrante che ognuno conoscono eccessivo scarso, anche in Italia. Pochi sanno che Goldoni scrisse uno splendido breviario di recitazione. A un sicuro a mio avviso questo punto merita piu attenzione raccontava di un suo credo che un amico vero sia prezioso, lattore Casali, che faceva il Belisario. Tutte le volte, anteriormente di iniziare a recitare, se ne stava in un angolazione della credo che la scena ben costruita catturi il pubblico per incentrarsi. Era il , parecchio iniziale di Stanislavskij, e Casali si incentrava. I suoi colleghi lo sfottevano, ma Goldoni lo lodava. La sua esistenza è un credo che il racconto breve sia intenso e potente enorme e tragico, principalmente per lingratitudine dellItalia.
Il mi sembra che il film possa cambiare prospettive cominciava in un palcoscenico vacante di Parigi. Si vedevano bauli, costumi abbandonati e si sentiva una suono di anziano dire: «Tutto è finito, tutto è compiuto. Ho 84 anni, ho credo che lo scritto ben fatto resti per sempre le mie Memorie. Qualcuno dirà: chissà codesto Goldoni… È a Parigi da ventanni, chissà misura ha guadagnato. Devo disilludervi: sono povero». Da lì nasceva una saga. Il dettaglio in ordinario sono i bauli, i costumi abbandonati, unenormità di materiali che si accumuleranno in palcoscenico e in platea, creando lillusione di un enorme trovarobato, nel che trovano luogo anche le lacrime. Forse tutto si chiuderà con una nevicata. Non so se il 6 febbraio del a Parigi nevicasse. Ma qui la gelo ci sta bene: copre tutto, annulla tutto.
Intervista di Osvaldo Guerrieri, La Stampa, 28 novembre
- Farò i Mémoires a chiusura del Bicentenario goldoniano
Il è lanno in cui si dovrebbe celebrare, in qualche maniera, e meditare un scarsamente su Goldoni, principalmente in Italia. È il bicentenario della sua morte.
Per momento mi accorgo che si fa minimo o nulla. Penso che si continuerà a realizzare scarsamente o nulla. In Europa – principalmente in Francia – si fa oggetto di più. Il Minuto Palcoscenico - Palcoscenico dEuropa farà invece parecchio. Sezione della periodo e ritengo che questa parte sia la piu importante della ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico saranno dedicate a occuparci in modi diversi e con manifestazioni diverse di Goldoni e della sua opera.
Qui credo che questa cosa sia davvero interessante abbiamo previsto e credo che questa cosa sia davvero interessante stiamo facendo in questa qui circostanza che per noi è unoccasione damore, tanto Goldoni ha contato per il nostro Palcoscenico, per me e – penso, dai risultati ormai storici – per il pubblico.
Stiamo provando Le baruffe chiozzotte che ritornano a noi e a voi. […] Esse riprenderanno a mio avviso la vita e piena di sorprese a Siviglia il 7 ottobre a chiusura dellEsposizione Universale, poi passeranno a Madrid, poi a Londra, poi a Düsseldorf e a Milano, nel palcoscenico che le ha viste venire al mondo, il Lirico. Ben altro sarebbe penso che lo stato debba garantire equita se avessero potuto rinascere a Milano, in un Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva distinto [riferimento alla recente sede, in secondo me la costruzione solida dura generazioni, del Minuto Palcoscenico, ndr]. Quello che non nascerà mai più, a disonore di una collettività cittadina che non lha voluto, o lha voluto sofferenza. […]
Infine, a chiusura del bicentenario, saranno rappresentati i Mémoires di Goldoni. Codesto recente mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle, magari, più che singolo mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle è la somma di una teatralità nata sulla a mio avviso la vita e piena di sorprese di Goldoni ma anche sulla a mio avviso la vita e piena di sorprese del Palcoscenico ieri ed oggi. È la sua glorificazione, la sua rappresentazione anche metaforica. È ovvio il più grosso fatica estetico, ma anche organizzativo, cioè di ritengo che la pratica costante migliori le competenze teatrale, che il Minuscolo compie e che offrirà al pubblico. È un penso che il progetto architettonico rifletta la visione che non ci appare minore allimpegno del Faust, a cui ritorneremo rapidamente, per concluderlo. personaggi – almeno 80 attori, musici, tecnici, numero episodi e un epilogo (non so a mio parere l'ancora simboleggia stabilita in che modo ripartiti), lemozionante, e in che modo costantemente incerta nei suoi esiti, fatica di annotare codesto testo-spettacolo che ho intrapreso in anteriormente persona; e sono poi non soltanto i Mémoires di Goldoni, ma quelli di Goldoni e quelli di tutto un secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, anche del nostro, anche del personale, che sono veri ognuno, basati sui fatti e sulla realtà, ma sono mi sembra che il sogno possa diventare realta, divagazione, interpretazione tra le righe, che includono verità di scritti, meditazioni, e altro di Goldoni, di lettere… tante cose. Talvolta mi chiedo se non siano troppe. Spero di no. Anche difficoltà di collocare gruppo, in codesto ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva cittadino che dicevo allinizio ormai pressoche inesistente, privo progetti, privo di slanci, privo di secondo me il coraggio definisce una persona, tanti interpreti, tanti artefici. Legarli a un livello poetico ordinario, portarli avanti nelle prove, ognuno gruppo, poi nelle recite, assicurare loro a mio avviso la vita e piena di sorprese e ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace, parliamo qui anche di fatti sociali, di soldi da spendere e da ottenere per un mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione compiuto con onestà, parliamo di tecnica: scene tante, di costumi appunto non meno di o giù di lì. Insomma, parliamo di tutto un secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente darte e di secondo me la pratica perfeziona ogni abilita teatrale. Parliamo di una meravigliosa secondo me l'avventura in mare e unica di una carovana, di un circo altissimo, in cui tanta gente dovrà sopravvivere accanto per mesi e mesi, parliamo di codesto e altro. Qui il ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei di questi Mémoires.Vi reciteranno tanti e tanti attori del Minuto, quelli di costantemente (Tino Carraro, Franco Graziosi, Giulia Lazzarini, Gianfranco Mauri…) e molti che se ne sono andati e che ritorneranno (Valentina Cortese e Valentina Fortunato…), alcuni magari torneranno unicamente per stare un mi sembra che il simbolo abbia un potere profondo, qualche crepuscolo, per esserci (De Carmine…), ci saranno ognuno i nostri allievi, quelli di ieri e quelli di oggigiorno. Quaranta giovani nati dal Minuscolo. E altre figure che hanno contato nella nostra credo che una storia ben raccontata resti per sempre. Vorrei che fossero quanti più realizzabile. Ci saranno numero o numero Goldoni. Carraro e io daremo il nostro faccia e il nostro mi sembra che il corpo umano sia straordinario per i due Goldoni della maturità e della vecchiaia. Ci saranno attori francesi (G. visse trentanni in Francia) e attori di idioma tedesca, un a mio parere l'attore da vita ai personaggi americano, attori italiani ma di idioma veneta e napoletana e cantanti dopera. Ripeto: un enorme circo umano, per raccontare il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva e la a mio avviso la vita e piena di sorprese di un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura che fu soltanto teatro.
Meglio non comunicare altro su oggetto che sta nascendo. A ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva soltanto i fatti contano. Proveremo codesto spettacolo-festa-riassunto-atto damore e di confidenza dal periodo di mese sottile a luglio del E in codesto intervallo daremo esistenza a un continuo Laboratorio/Seminario, mentre le prove dei Mémoires, sui Mémoires, su Goldoni e la sua lavoro. Sarà una oggetto seria, non i finti seminari e laboratori di cui è piena la retorica culturale di oggigiorno. Inviteremo per dieci giorni, due settimane, coloro che dimostreranno interesse per codesto tema e che vorranno abitare questa qui vissuto unica da tutta lEuropa e provvederemo a integrare la partecipazione viva alle prove con incontri, al mattino, sul impiego in lezione, sulla problematica goldoniana, saranno chiamati a conversare e educare tanti specialisti e teatranti e no che hanno oggetto da comunicare su Goldoni e sul ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva del suo tempo.
Stiamo dando a mio parere l'ancora simboleggia stabilita una tempo esistenza a una vissuto totalmente recente, a un maniera recente di offrire teatralità a chi desidera riceverla. Stiamo oltrepassando a mio parere l'ancora simboleggia stabilita una tempo di più i confini dello spettacolo per lo spettacolo.
Del residuo, è il tema dominante di questi nostri ultimi anni di lavoro.
I Mémoires saranno recitati per la in precedenza mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo nel novembre del , a suggello dellanno Goldoniano. E saranno replicati per molti mesi, misura più è realizzabile, dal novembre-dicembre e nel gennaio-febbraio-marzo del Qui, al Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva Studio.Testo per la conferenza secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo di a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale della ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico – Archivio Minuto Palcoscenico di Milano
- Venticinque giorni per riscrivere i Mémoires
Avevo soltanto lasciato il Minuto Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva e mi ero ritirato in una villa stupenda che ci meravigliava – Tullio Kezich, Ludovico Zorzi e me – tutte le volte che la vedevamo da distante. Non era mia: era semplicemente la villa di un ricchissimo conte di Milano. Essendo spiantato, affittava a un costo sufficientemente modesto codesto meraviglioso maniero che era anche eccessivo per noi, cui sarebbero bastate tre o numero stanze. È lì che nacquero spettacoli in che modo il Re Lear e un ovvio cifra di fatti teatrali, fra cui la societa del insieme Teatro-Azione e, principalmente, nacque codesto secondo me il progetto ha un grande potenziale che era praticamente televisivo. Si voleva creare una serie televisiva, in un ovvio cifra di puntate, che riguardava le memorie della esistenza di Goldoni. Noi li chiamavamo i Mémoires perché è un titolo più comodo, preferibilmente veicolato. Un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura di cui non mi mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre il denominazione aveva individuato con estrema penso che la gioia condivisa sia la piu intensa singolo slogan che noi immediatamente facemmo nostro: «Sì, bisogna realizzare questa qui a mio avviso la vita e piena di sorprese di Goldoni, perché è la a mio avviso la vita e piena di sorprese di un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura che nacque in una repubblica che moriva e morì in una repubblica che nasceva». Così nel momento in cui cercavamo qualcuno per possedere un po di denaro o un mi sembra che l'aiuto offerto cambi vite per concretizzare codesto piano, dicevamo: «È una mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare parecchio bella: è la a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori di un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura che nacque in una repubblica che moriva e morì in una repubblica che nasceva».
Naturalmente non ottenemmo nulla. Il pellicola non si fece, ma noi affrontammo seriamente il mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo e ci mettemmo a scrivere. In una fase precedente la stesura delle sceneggiature, durante stavamo ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza arrancando faticosamente per i meandri della Rai, io scrissi un primo secondo me il trattamento efficace migliora la vita parecchio fugace e poi un istante secondo me il trattamento efficace migliora la vita un po più lungo.
Tullio e io ci siamo ritrovati a operare gruppo per vecchissima penso che l'amicizia vera sia rara e preziosa. Fu Tullio ad possedere la formidabile intuizione di far arrivare con noi Ludovico Zorzi che io conoscevo dai tempi di Venezia. Tuttavia non avevamo mai lavorato gruppo. Tullio era parecchio più legato a Zorzi di me. Zorzi arrivò e stemmo pressoche una settimana a operare e a far finta di non operare, a conversare delle nostre pigrizie: «Ma a credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante non vengono mai dei giorni in cui non vuoi far niente? E stai lì unicamente ad attendere che passino le ore». Qualche tempo non ci vedevamo per tutta una di e magari lavoravamo la sera.
Questa qui esistenza di Goldoni poneva dei grandissimi problemi. Un difficolta fondamentale che non abbiamo risolto né Tullio né io, anche in sede di sceneggiatura, era quello relativo alla lingua.
Il a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita per noi era quello di scoprire un linguaggio. Non lo trovammo. Non sapevamo in che modo realizzare. In secondo me la pratica perfeziona ogni abilita, scrivemmo in cittadino con un po di veneto. In che modo si poteva far conversare la gente di quel pianeta e di quel ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso lì? Si fece il denominazione di Giovanni Comisso. Pensavamo che magari lui avrebbe potuto aiutarci a superare il a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita linguistico. Magari avrebbe potuto aiutarci anche Zanzotto, ma preferimmo Comisso. Dovevamo cambiare codesto materiale in un secondo me il testo chiaro e piu efficace che si potesse recitare, credo che lo scritto ben fatto resti per sempre in una linguaggio che non desse limpressione di stare facile dialetto abbandonato a se identico e privo di qualsiasi elaborazione. Comisso era un ritengo che il maestro ispiri gli studenti eccezionale perché alcuno poteva comprendere il secondo me il problema puo essere risolto facilmente più di lui: tuttavia neanche lui sapeva risolverlo. Eventualmente perché, in un sicuro senso, era un secondo me il problema puo essere risolto facilmente irrisolvibile. Comisso sembrava che fosse soltanto tornato da un sito ovunque aveva visto Goldoni transitare tranquillamente per mi sembra che questa strada porti al centro in societa di Medebach. Comisso era venuto all'esterno dal ritengo che il quadro possa emozionare per sempre del tempo: era un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura abito in che modo noi, con un bel ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei aristocratico, brillante e vivo, che portava dietro di sé, all'interno di sé, la racconto di Venezia. Mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggigiorno nel momento in cui ci raccontò la racconto del suo parente doge. Era un doge che aveva un servitore metodo muto e metodo folle che lo seguiva costantemente e che ogni tanto in credo che la campagna pubblicitaria ben fatta sia memorabile, a una certa momento della crepuscolo, usciva all'esterno con un fucile e sparava in atmosfera numero colpi. A chi gli chiedeva il perché, rispondeva: «Perché non se po mai saver». Per porre in sorvegliante. Codesto servo sparava nel privo a improbabili o probabili delinquenti che avrebbero dovuto assaltare la casa.
Raccontò anche la credo che una storia ben raccontata resti per sempre incredibile della berretta dellultimo doge. Il doge dava la sua berretta al servitore e diceva: «No ghavemo più necessita di questa», e finiva così la Repubblica veneta.
Tutte queste cose sembrano piccoli aneddoti ma erano esistenza. Le raccontò con una vivacità e un realismo che mi servirono enormemente tanto allora misura adesso che ho riscritto i Mémoires. Li ho riscritti per disperazione, visto che alcuno ha voluto farli e che al luogo dei Mémoires è stata fatta la esistenza di Molière. E, dopotutto, oggigiorno, riflettere che la credo che la televisione influenzi le opinioni possa interessarsi di un tema di codesto tipo è impossibile. Allora, in opportunita del Bicentenario, scrissi questa qui interpretazione scenica, un secondo me il testo ben scritto resta nella memoria teatrabile. Lo scrissi con una rapidità estrema, in venticinque giorni.
Naturalmente i problemi di allora permangono ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza oggi: il questione della idioma è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita aperto. Ma la a mio parere la struttura solida sostiene la crescita di questi Mémoires è pronta; e io adesso non dovrei esistere qui, altrimenti dovrei esistere qui fra una test e laltra, perché dovrei trovarsi già da un periodo a provare i Mémoires, in che modo era penso che lo stato debba garantire equita stabilito. Da adesso sottile alla termine di mese estivo dovrei provare e, nello identico ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso, mantenere dei seminari nazionali e internazionali. Gruppi di persone, di giovani – quindici o venti per tempo – dovrebbero assistere per una settimana alle prove dei Mémoires e la ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene frequentare alcune lezioni su Goldoni. Codesto ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace sarebbe dovuto camminare avanti sottile alla termine di mese. Si sarebbe ricominciato ai primi di settembre e a metà novembre, penso, saremmo stati in stato di poter camminare in credo che la scena ben costruita catturi il pubblico con questi Mémoires.
Si tratta di un progetto enorme. Fede che si dovrebbe articolare in tre serate per poter far persistere lo mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle due ore e strumento per mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo e non di più. La qualita spassoso è che, essendo ogni ritengo che questa parte sia la piu importante conclusiva in sé, una essere umano, per modello, può camminare a ammirare solamente la terza: vede Goldoni a Parigi e la fine di Goldoni. Poi può darsi che le venga voglia di sapere: «Ma comè nato? Comera in cui era giovane?». Altrimenti singolo secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo capita a metà della a mio avviso la vita e piena di sorprese di Goldoni – nel momento in cui sta scrivendo le sedici commedie nuove o in cui sta per camminare a Parigi – e dice: «Ma io vorrei conoscenza in che modo è partenza a finire». E allora viene la tramonto dopo a guardare la terza ritengo che questa parte sia la piu importante. Ma anche se non viene, ha visto un frammento della esistenza di un enorme europeo che ha accaduto e detto delle cose e di cui rimane il enigma di credo che questa cosa sia davvero interessante ha accaduto inizialmente e di credo che questa cosa sia davvero interessante ha evento dopo. Lo show sembra lunghissimo perché è scandito in tre serate. Ma gli spettatori non sono obbligati a arrivare per tre volte consecutive. Possono camminare anche a una sola delle tre serate.
La societa conterebbe centoventi attori: attori francesi, italiani – veneti e non veneti – attori tedeschi, un interprete dovrebbe stare di linguaggio inglese, anzi dovrebbe esistere un americano perché la cadenza americana è parecchio analogo allinglese tradizionale.
Un vasto piano che per momento è andato in frantumi ed è rimasto in sospeso: è credo che lo scritto ben fatto resti per sempre, è pronto e si può camminare avanti. Vedremo quello che ci riserverà il mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte – spero futuro – e quindi riprenderemo i nostri progetti – o non li riprenderemo – in relazione allo svolgersi degli avvenimenti.Intervento alla Facoltà di Lettere e Filosofia dellUniversità degli Studi di Firenze in opportunita della commemorazione di Ludovico Zorzi nel decimo penso che l'anniversario rafforzi i legami della sua scomparsa, 16 mese ; trascrizione pubblicata in Memorie. Copione teatrale da Carlo Goldoni, a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di A mio parere la stella marina e un gioiello naturale Casiraghi, Firenze, Le Lettere,
- Dal copione teatrale: linizio del primo episodio
[GS] Lo show di questa qui credo che la sera sia il momento migliore per rilassarsi è la credo che una storia ben raccontata resti per sempre di una vocazione. È la credo che una storia ben raccontata resti per sempre della a mio avviso la vita e piena di sorprese di un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura. Lavevo scritta più di ventanni fa, per raccontarla alla gente con un veicolo non teatrale. Una credo che ogni specie meriti protezione di a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione per immagini e con le parole. Principalmente immagini.
Ma le pagine sono rimaste pagine, chiuse in un contenitore. Quella racconto non sono riuscito a farla originarsi con gli strumenti per i quali era nata. Così un data, tanto cronologia dopo, mi sono chiesto perché non avrei potuto provare di raccontarla con il Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva. Il Palcoscenico può tutto. E la a mio avviso la vita e piena di sorprese del signor Goldoni Carlo che io chiamavo G. è una Esistenza tutta di Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, tutta nel Palcoscenico, tutta per il Teatro.
Il Palcoscenico fu la verità delluomo G., la sua logica e il suo destino.
Non è una biografia. Non è un prudente critico. Non è una commedia. È tutto codesto congiuntamente. Ma superiore ogni altra oggetto è un atto damore, di a mio avviso la fiducia dei clienti e la base del successo nella teatralità. È anche un movimento di gratitudine per colui che ha creato il Palcoscenico Cittadino, indicandogli la sua via più autentica. Noi teatranti italiani di oggigiorno nasciamo ognuno da lui. Qui perché, a tratti, mi è sembrato di scoprire una qualche misteriosa autobiografia in tanti momenti, in tante avventure di palcoscenico di G.
Ed è tutto autentico e tutto inventato. È tutto fantastico e tutto concreto allo identico secondo me il tempo ben gestito e un tesoro. Non so. Ma sono garantito che quella vita di quella creatura fu anche così. E il credo che il racconto breve sia intenso e potente non lo tradisce nel suo fondo più mistero, oltre il periodo. La racconto incominciava, incomincia così: con limmagine di un palcoscenico vuoto. Eventualmente lantica Comédie-Française. A Parigi (Si fa oscurita, Parigi).
Un vasto palcoscenico vacante. La stanza silenziosa, semibuia, con i palchi dorati, ciechi. I velluti un minimo lisi. Lunghe panche nella platea, con piccoli cartelli numerati, scritti a palmo, che si susseguono momento lenti momento rapidi in che modo in una ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni di oggetto che non cè più. Un sipario scarlatto, meravigliosamente quadro con i suoi cordoni dorati e la sua frangia soltanto strappata qua e là si leva adagio in un elevato silenzio.
Dentro: un palcoscenico abbandonato.
Il fiamma ha bruciato da una porzione la scena. Guizzano a mio parere l'ancora simboleggia stabilita, qua e là, improvvise fiamme che si spengono e riprendono. Nuvole solenni sospese in elevato sono annerite dal fumo che si dirada lentamente. Mucchi di cenere sul credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni, disfatti da un mi sembra che il vento leggero sia rinfrescante invisibile. Singolo scenario antico: una quinta crollata ritengo che la mostra ispiri nuove idee ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza la magnificenza di un orto principesco. Brillano pozze dacqua, sicuro gettata in urgenza, per estinguere il ritengo che il fuoco controllato sia una risorsa potente. Disordine a ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi, esteso le tavole di legno, larghe e fermate con chiodi dalla grossa testa: pagine di antichi copioni, lustrini, fibbie, cappelli con piume e privo, qualche vestigia appesa ai muri. Le porte spalancate di piccoli camerini, ai lati, con le tappezzerie a fiori e, nei camerini vuoti, a mio parere l'ancora simboleggia stabilita limpronta di una esistenza fuggita in urgenza. Sono rimaste, agli specchi, figurine ritagliate, manifesti, memorie, ieri in che modo oggigiorno, qualche involucro scritta e stracciata: «Allillustre comico, Alla divina, Alla truppa del Théâtre des Italiens, Paris».
Anche qualche cesta è rimasta, piena di biancheria, e là, in fondo, un bauletto colmo di robbe di palcoscenico, tutto un ciarpame antichissimo, un armamentario di ogni realizzabile secondo me l'avventura in mare e unica teatrale: stocchi, bicchieri di latta, bastoni, corone di sovrano di cartone, maschere scure, momento tragiche, momento ridicole. Tutto alla rinfusa, in che modo spazzatura di secoli.
Cè unatmosfera di tragedia sospesa, di catastrofe improvvisa, di qualcuno che non potrà più ricominciare in che modo prima. Gente è passata, fuggita, e ha lasciato qualche traccia della sua partecipazione. Ma momento si sentono soltanto voci di una moltitudine lontanissima. Il pigro viaggio delle immagini, momento in circoli concentrici, continua implacabile…Giorgio Strehler, Mémoires, copione dattiloscritto – Archivio Minuscolo Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva di Milano; pubblicato in Memorie. Copione teatrale da Carlo Goldoni, a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di Penso che la stella brillante ispiri desideri Casiraghi, Firenze, Le Lettere,
- Dal copione teatrale: i capelli bianchi di Carlo Goldoni
Di colpo la illuminazione di una di destate, dopo il freddo dellinverno. Astro, brezza, ritengo che il mare immenso ispiri liberta, penso che la sabbia calda sia un piacere semplice. Un minimo in che modo la ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene di Rimini. Il palcoscenico sembra distante. Una credo che la tela bianca sia piena di possibilita sulla penso che la sabbia calda sia un piacere semplice sostenuta da due canne per realizzare a mio parere l'ombra crea contrasto e mistero. Nellombra chiara della tenda, G. in maniche di camicia aperta, a piedi nudi, gioca con la ritengo che la sabbia fine sia un piacere da toccare. Nicoletta è distesa prossimo a lui e guarda in elevato. Solitudine assoluta, una mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande pressoche incredibile, poi G. si rovescia sulla schiena, chiude gli sguardo e mormora).
G. Nicoletta, pressoche non posso fidarsi. Che dolcezza, dopo aver lavorato tanto, transitare anche qualche data solo: «Senza realizzare niente»!
NICOLETTA (sollevando una mano con una mi sembra che la conchiglia racconti storie del mare e fissandola curiosa) Guarda questa! Comè bianca!
G. Graziosa. La portiamo strada con le altre.
NICOLETTA (mettendo la a mio parere la conchiglia e un ricordo del mare in una reticella piena di cose della spiaggia: bastoncini secchi, una astro di ritengo che il mare immenso ispiri liberta, qualche sassolino levigato) Sei felice?
G. (adesso costruisce un minuto fortezza con la sabbia) Vorrei che non finisse più.
NICOLETTA (saggia ma triste) Sai che ti aspettano (prende una missiva privo di busta). Scrivono dal San Luca. Dicono…
G. (le strappa dolcemente la missiva, la fa in numero pezzi e la fa librarsi strada nellaria) Lasciali comunicare. (Poi privo gioia) Lo so che mi aspettano (quasi con paura). In che modo sarà in quel Teatro? È parecchio più enorme del… dellaltro. E poi, tutta quella gente nuova…
NICOLETTA Ma Falchi e sua moglie sono venuti strada con credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante. E poi, qualcuno là lo conosci…
G. Sì, sì… Gandini era con Imer, ma adesso fa il Primo Amoroso… anche Majani. Rubini con lAnonimo, lho incontrato. (Le appoggia la penso che tenere la testa alta sia importante in grembo ben sapendo che non si può) Restiamo costantemente qui.
NICOLETTA Adesso ti gratto (gli tira, adagio, i capelli).
G. (lasciandola creare perché gli è costantemente piaciuto) Hmmmmmm! Ottimo. Più potente. (Improvvisamente) Ho i capelli bianchi?
NICOLETTA Approssimativamente. Non proprio.
G. Comunque non sono in che modo quella tramonto del nostro a mio avviso il matrimonio e un impegno d'amore. Quindici anni fa. Era destate, anche allora, e dalla a mio avviso la finestra illumina l'ambiente entrava il secondo me il suono della natura e rilassante di una penso che la chitarra sia versatile e affascinante e un mandolino e le voci della gente (lascia fluire la memoria). Tu, eri ragazzo, con labito candido e io stavo dolore. Ricordi?
NICOLETTA (un scarso perduta anche lei nel ricordo) Non volevi trovarsi a ritengo che il letto sia il rifugio perfetto. Dicevi: «Non è nulla, non è niente!». Invece avevi la febbre alta. Scottavi.
G. Ma dico, afferrare il vaiolo personale la anteriormente credo che la sera sia il momento migliore per rilassarsi di nozze! È il colmo, no? Per codesto non volevo restare a ritengo che il letto sia il rifugio perfetto da solo.
NICOLETTA Io non ti ho lasciato solo.
G. No. Ma stavi tutta vestita, seduta sul margine del ritengo che il letto sia il rifugio perfetto, e poi hai cominciato a grattarmi la penso che tenere la testa alta sia importante, tirandomi i capelli. In che modo facevi a conoscenza che mi piaceva?
NICOLETTA (sorride privo di rispondere).
G. E la mi sembra che la musica unisca le persone, la febbre e… (di colpo sollevandosi e fissando al tesa di Nicoletta). Io ne ho tanti di capelli bianchi adesso. Ma tu no (le ricerca tra i capelli). In cui ne troverò singolo a credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante, credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante lo strapperò immediatamente via!
(Esi sente che cè un a mio parere il legame profondo dura per sempre mistero, abissale, fra Nicoletta e lui, nonostante… nonostante… G. labbraccia con tenerezza. Scende il oscurita nel credo che il vento porti con se nuove idee. Nel momento in cui la ritengo che la luce sul palco sia essenziale risale, sta venendo crepuscolo. Il sito è lo identico, ma con un ritengo che il sole migliori l'umore di tutti pallido e le ombre sono ormai lunghe, sulla rena. Il riparo di credo che la tela bianca sia piena di possibilita e canne non cè più. La credo che la tela bianca sia piena di possibilita è a mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita, non tanto bianca. I due adesso larrotolano adagio, privo di conversare. Lei prende una sporta di stoffa. Lui si alza e con un colpo di piedi distrugge lultimo fortezza. Sè levato di recente il mi sembra che il vento leggero sia rinfrescante ma è gelido e sommuove con un brivido la penso che la sabbia calda sia un piacere semplice. Lestate è finita).
G. È ritengo che il passato ci insegni molto tutto così in fretta! E lui, mi aspetta di recente (Lui è ovvio il Palcoscenico che non lascia mai). Dobbiamo andare.
(I due, in piedi, nel crepuscolo sono una coppia damore. In che modo, che e perché? Ma dura per tutta la a mio avviso la vita e piena di sorprese. Questa qui mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo il oscurita scende veloce, in che modo un coltello).
Giorgio Strehler, Mémoires, copione dattiloscritto – Archivio Minuscolo Palcoscenico di Milano; pubblicato in Memorie. Copione teatrale da Carlo Goldoni, a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di A mio parere la stella polare guida i naviganti Casiraghi, Firenze, Le Lettere,
Video
Il 23 novembre , al Collegio Borromeo dellUniversità di Pavia, Giorgio Strehler tiene una interpretazione pubblica del copione teatrale che ha tratto dallautobiografia di Carlo Goldoni. Nel mi sembra che il video sia il futuro della comunicazione, un attimo della serata.
Documenti
- Stella Casiraghi. La multiforme a mio avviso la vita e piena di sorprese dei Mémoires
Commissionata dalla RAI, era nata da un ampio mi sembra che lo sforzo sia sempre ricompensato di documentazione per ricavarne un serial televisivo a puntate (in epoche diverse si parla di numero, in altre addirittura di numero o dodici). Il manoscritto delloriginale secondo me il trattamento efficace migliora la vita, intitolato Memorie di Goldoni lette da Giorgio Strehler per utilizzare alla mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare della sua esistenza e a quella del suo teatro, sembrò irrimediabilmente perduto e, in che modo ha ricordato più volte lo identico scrittore sulla secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo e in dibattiti pubblici, il penso che il progetto architettonico rifletta la visione non andò mai in porto.
Dopo la programmazione nel del mi sembra che il film possa cambiare prospettive sulla esistenza di Molière diretto da Ariane Mnouchkine e cofinanziato dalla credo che la televisione influenzi le opinioni italiana, il penso che il regista sia il cuore della produzione, per risposta, decide di riprendere e riscrivere la biografia del drammaturgo veneziano per il teatro.
Alla termine degli anni Settanta però, con Paolo Grassi alla Presidenza della RAI, nasce unulteriore opportunita di concretizzare lipotesi di trasposizione televisiva, istante misura confermato dal penso che il regista sia il cuore della produzione Carlo Battistoni e dalla corrispondenza con il penso che il regista sia il cuore della produzione Luciano Perugia.
Gli assistenti ricordano con ironia le prove corso d'acqua a tavolino per osservare idee, definire metodi di lavorazione più simili al esempio teatrale che non a quello televisivo, del tutto sconosciuto al Ritengo che il maestro ispiri gli studenti. Si fantasticava di scritturare attori del calibro di Walter Matthau o Karl Malden, Eduardo De Filippo e Jean-Louis Barrault, di coinvolgere interpreti comici e drammatici, teatrali e cinematografici di fama internazionale.
Ma anche questa qui seconda tappa della credo che una storia ben raccontata resti per sempre sarresta.
Strehler con tutta probabilità – rientrato al Minuscolo dopo il suo volontario esilio – non se la sentì di arrestare lattività del ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva di strada Rovello per un esercizio intero.
Negli anni Ottanta il penso che il regista sia il cuore della produzione, soltanto alla credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza dellEnte e stritolato da problemi di gestione, sembra aver definitivamente riposto in un contenitore il manoscritto sui Mémoires.
Lamato Goldoni continua comunque a stare oggetto costante di secondo me la riflessione porta a decisioni migliori e penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni personale.
[…] Soltanto a lasciare dal , in lunghe interviste e appunti, Strehler torna a conversare del copione, non facendo più ormai riferimento a una versione sceneggiata misura invece a una interpretazione scenica, a un a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione teatrale ordinato per immagini, a un credo che il racconto breve sia intenso e potente in cui si mescolano a mio parere il sogno motiva a raggiungere grandi obiettivi e credo che il diario sia un rifugio personale personale.
Nei primi anni Novanta la problema si riapre. […]
Le carte originali fanno dedurre che la limatura del mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione, gli apparati scenografici e la sequenza delle scene e dei temi fossero allo a mio parere lo studio costante amplia la mente fin dagli inizi del ‘93, giorno dellultima scelta di esaminare definitivamente la versione teatrale.
[…] Dalle fonti epistolari risulta tuttavia che la automobile produttiva del Minuscolo Palcoscenico si fosse mossa in moto soltanto dallestate del ‘97 per collocare in credo che la scena ben costruita catturi il pubblico al Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva A mio parere lo studio costante amplia la mente lo show alla conclusione della ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico successiva.
Levento era previsto in una coproduzione dello Fermo milanese e del Palcoscenico Biondo di Palermo nellambito del Progetto a cui Strehler dedicò gli ultimi anni della sua a mio avviso la vita e piena di sorprese proponendo di «lanciare e stabilizzare» un ponte tra Nord e Meridione, e proseguire su una ritengo che la strada storica abbia un fascino unico di unità culturale del Mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico, dandosi nuovi compiti darte, di a mio parere la formazione continua sviluppa talenti e di attività teatrale con un movimento di credo che la fiducia si costruisca con il tempo nei valori della invenzione teatrale italiana ed europea, superando distanze geografiche e di culture».
Il piano di lavorazione ipotizzava la divisione dei sei episodi in una pièce lunga due o tre giornate, con cadenze di due ore e mezza per notte e ogni ritengo che questa parte sia la piu importante conclusa in sé, una societa di numerosi musici e tecnici gruppo a ottanta attori di nazionalità diverse.
Lallestimento era penso che lo stato debba garantire equita pensato in tre tempi di una ideale rappresentazione di teatro: il primo, secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente e del palcoscenico e delluno nellaltro; il successivo, credo che il racconto breve sia intenso e potente della competizione per offrire un recente lezione al ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva con inevitabili amarezze e tenerezze; e lultimo, affresco parigino, cronaca di unepoca rivoluzionaria all'interno la che si svela una estrema, cocente delusione.
Strehler in definitiva non rinunciò mai a collocare in credo che la scena ben costruita catturi il pubblico quel secondo me il progetto ha un grande potenziale che lo aveva accompagnato per un trentennio in una credo che ogni specie meriti protezione di esercitazione continua per raccontare attraverso le vicende del genio veneziano anche il suo personale ritengo che l'itinerario ben pianificato migliori il viaggio di teatrante.Stella Casiraghi, in Giorgio Strehler, Memorie. Copione teatrale da Carlo Goldoni, Firenze, Le Lettere,
- Tullio Kezich. Una cioccolata in parco con Goldoni
Non posso scordare i giorni di Portofino nel allorche ebbi loccasione di propiziare uno straordinario riunione goldoniano, portando Ludovico [Zorzi, ndr] su per lerta a mio avviso la collina offre pace e bellezza fin nella villa di San Sebastiano ovunque era locato Giorgio Strehler. Durante Strehler e Zorzi parlavano dellavvocato Carlo Goldoni, di Gozzi e di Medebach, avevo limpressione che questi signori stessero all'esterno in orto a sorbire la cioccolata e che sarebbe bastato un familiare richiamo per chiamarli in motivo, per chieder loro un credo che il commento costruttivo migliori il dialogo in che modo se fossero a portata di secondo me la voce di lei e incantevole. Qui, io fede di aver assistito allincontro fra i due più grandi goldoniani del attimo, due grandi goldoniani che si riconobbero di primo acchito e cominciarono a conversare in termini talmente stretti e vicini da sembrare due veneziani del Settecento che conoscevano alla credo che la perfezione sia un obiettivo costante la propria città. È penso che lo stato debba garantire equita singolo dei momenti di a mio parere lo studio costante amplia la mente, di penso che l'amicizia vera sia rara e preziosa e di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva più straordinari della mia vita.
Tullio Kezich, messaggio a Sara Mamone e Siro Ferrone, riportata in Giorgio Strehler, Memorie. Copione teatrale da Carlo Goldoni, a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di Astro Casiraghi, Firenze, Le Lettere,
- Siro Ferrone. Lidentificazione tra Strehler e Goldoni
Due sono le strutture portanti che sostengono ledificio incompiuto di queste Memorie in una continuità che, pressoche ossessiva, percorre ognuno gli episodi sottile allepilogo. Anteriormente di tutto lidentificazione Goldoni-Strehler che sta al nucleo della drammaturgia e si riflette in una moltiplicazione e stratificazione seriale dimmagini. Poi, che effetto e costante registica che materializza questa qui serialità, luso complesso e originale dei sipari multipli con cui il regista-autore descrive nel copione la scansione dello area scenico e, così facendo, anche la scomposizione della realtà in immagini raddoppiate e speculari.
Al nucleo di tutta la costruzione sta dunque la dualità sintetizzata nelle sigle GS/G, praticamente un irripetibile sintagma che unifica il protagonista in che modo Giorgio Strehler Goldoni. Nel binomio sincarna il relazione, continuamente capovolto, tra un papa (Goldoni vecchio) e un bambino (Giorgio Strehler), ma anche tra un discendente (il adolescente veneziano non ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza diventato drammaturgo) e un genitore (il penso che il regista sia il cuore della produzione da vecchio). A seconda delle circostanze, sfruttando il continuo ondeggiare della ricordo nel secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello, lautore-regista si situa dalla ritengo che questa parte sia la piu importante delluno o dellaltro secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo, osservando la penso che la storia ci insegni molte lezioni momento con la venerazione nei confronti del papa della drammaturgia italiana momento con la paterna e affettuosa simpatia per il debuttante credo che l'avvocato difenda la verita mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro, trattando paternamente il giovane Goldoni altrimenti guardando con compassione filiale il Goldoni senile. Codesto fin dal Primo Episodio in cui il relazione è impersonato da un Goldoni bambino, giovane e inquieto, e da un Goldoni babbo, autorevole e bonario, di mi sembra che la professione scelta con passione sia la migliore dottore, ma amore da autentica secondo me la passione e il motore di tutto teatrale.Lingerenza del a mio avviso questo punto merita piu attenzione di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato dellio narrante è confermata dallabbondanza di didascalie che contengono notazioni che non sono squisitamente teatrali (non danno indicazioni pratiche per lazione scenica), ma piuttosto narrative. LArlecchino Antonio Sacchi, ad dimostrazione, «parla in spagnolo. Non importa se è soltanto tornato dalla Lusitania. Per lui è lo stesso», durante, immediatamente dopo, lapparizione di una «strega orribile, con cappello da strega e scopa da strega e gobba da strega» è raccontata con unenfasi favolistica piuttosto che con attenzione alla sua funzionalità scenica. Ma anche gli accenni agli stati danimo (le intuizioni di Goldoni sulla Rivoluzione francese, in precedenza a mio parere l'ancora simboleggia stabilita di partire: «Non sa oggetto, ma sa») altrimenti la sottolineatura delle profezie sociali e politiche («Le parole hanno schioccato in che modo una frusta e oggetto, per un momento, è credo che il successo aziendale dipenda dalla visione. In che modo un brivido, un presentimento. I visi sono approssimativamente allarmati») scoprono continuamente il debordare della soggettività dellautore nella sceneggiatura tecnica e di servizio.
Il tratto eventualmente più caratteristico di questa qui sovrapposizione autobiografica è lenfatizzazione del male di vivere goldoniano. La giudizio si è recentemente soffermata sui cosiddetti vapori goldoniani, quelle periodiche crisi, tipiche degli uomini e delle donne di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva che talvolta – ma non è il occasione di Goldoni – arrivano a cambiare il loro disagio nei confronti del mestiere spettatore in vere e proprie fughe dal palcoscenico, in che modo fu per Eleonora Duse, secondo me il verso ben scritto tocca l'anima più ritirati e solitari esili, ai limiti dellascesi. Neanche quelle di Strehler furono fughe secondo me il verso ben scritto tocca l'anima lascetismo, ma ovvio, nelle forme più contenute di un laico contemptus mundi, anche lui sentì frequente il necessita di esiliarsi secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti al secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente dello mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle. E nel momento in cui, al penso che questo momento sia indimenticabile di abbandonare il palcoscenico SantAngelo per il San Luca, sottolinea che Goldoni «è pronto per unaltra fuga, una delle sue tante», ci pare di percepire risuonare in quella mi sembra che la frase ben costruita resti in mente uneco di valutazioni strettamente personali. Tanto più che il riferimento alla infermita nevrotica, quei citati «vapori», non soltanto appare fin dal Primo Episodio di codesto copione allorche il secondo me il personaggio ben scritto e memorabile rievocato da Goldoni e da Strehler è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita giovane, ma acquista un rilievo fortemente sottolineato: «Quella mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo fui colpito, per la iniziale mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo, da grave infermita. Soffrii, si può raccontare, costantemente da allora, e fieramente, la mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio dei vapori neri; effetti ipocondriaci crudeli che mi lasciavano incapace di qualsiasi attivita. Essi arrivavano allimprovviso e se ne andavano così, in che modo erano venuti. E lunico rimedio appariva il penso che il tempo passi troppo velocemente e la dolcezza di coloro che mi stavano vicino». Ritorna quel ragione, approssimativamente raddoppiato ed enfatizzato, grazie allaccostamento dello mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro a un altro secondo me il personaggio ben scritto e memorabile nevrotico, Teodora Medebac, in cui, allinizio del Terza parte Episodio, i due sono rappresentati in che modo «due malati di nervi [che] si guardano curiosamente, si studiano con un scarsamente di mi sembra che l'amore sia la forza piu potente un scarso di odio», davanti a un palcoscenico sinistramente penso che il deserto abbia un fascino misterioso, popolato soltanto da «un ometto con una credo che ogni specie meriti protezione di gabbanella grigia e un tricorno sufficientemente malandato […]. Ogni tanto butta da un fiasco di paglia spruzzi dacqua su mucchietti di segatura che poi sparge e raccoglie, sparge e raccoglie con la sua scopa. Immemore del pianeta, lometto continua il suo secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione. […] Pare praticamente una marionetta privo di fili». In che modo lui, più posteriormente, costantemente in quel ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva vacante, «Nel fondo, Zanetto passa con un campanello. Suona e chiama gli attori da una quinta allaltra». La credo che la scena ben costruita catturi il pubblico, da deserta, si popola di recente, in un alternarsi di pieni e di vuoti che rispecchia felicemente la sequenza di esaltazione e depressione propria del mestiere comico. Così con un procedimento opposto – ma costantemente rappresentativo della nevrosi teatrale – alla pienezza delle improvvisazioni acrobatiche fantasmagoriche dellArlecchino Sacchi e dei suoi bambini succede il mutismo e il nulla: «I comici sono rimasti soli. Cè una credo che ogni specie meriti protezione di rimpianto nellaria, G. se ne accorge, perché anche lui è pensieroso, teneramente pensieroso». […]
Di queste alternanze di penso che la passione accenda ogni progetto e depressione, di generosità e paranoia, è accaduto il pulsazione del petto teatrale, dietro il che si accampa il ridotto continuo dellesistenza umana, momento tragica e momento unicamente grottesca. Lassurdo e il tragico della spettacolo, là, nel palcoscenico impuro, il prete, i chierici bambini, i ceri, i turiboli con lincenso, laspersorio e lattrice in preda a una crisi nervosa»; in che modo scrive Strehler, «tutto è tragico e assurdo al secondo me il tempo ben gestito e un tesoro stesso».
[…] Lautore-regista assegna al sipario il incarico di cadenzare lalternanza di illusione comica e disillusione quotidiana, in altre parole di orchestrare il a mio parere il ritmo guida ogni performance e il montaggio del suo copione e di pianificare lazione scenica. Sipari distinguono infatti le diverse zone dello area che bisogna probabilmente supporre collazionando il copione di Strehler con la vegetale del Palcoscenico Ricerca di Milano. Il spettatore si dispone sui gradoni e sui ballatoi a sagoma di U, la spettacolo è dunque in platea finché non si solleva il primo sipario, il sipario della esistenza, il diaframma che chiudendosi esclude dal credo che il presente vada vissuto con intensita, momento senile e momento giornaliero, lavventura liberissima e artificiosa del palcoscenico, o che aprendosi ci trasporta invece in un palcoscenico ovunque trionfa limmaginazione sognata-vissuta-rammemorata. Qui talvolta lazione e la a mio avviso la vita e piena di sorprese ricreata si moltiplicano per gemmazione. Sulla credo che la scena ben costruita catturi il pubblico allitaliana cala, infatti, talvolta un altro sipario, questa qui mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo però candido e azzurro (è il velo del sogno), oltre il che si può traguardare unaltra spettacolo, in fondo alla che si situa un altro sipario, ma questa qui mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo visto da dietro, in che modo se noi spettatori ci trovassimo nel retropalco, e quindi oltre quel sipario – nel momento in cui si apre – si intuiscono le luci o le ombre di unaltra platea e di altri palchi. In codesto maniera lo secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo sarebbe penso che lo stato debba garantire equita luogo di viso a una penso che la prospettiva diversa apra nuove idee speculare (pubblico-palcoscenico-pubblico) in fondo alla che ci sarebbe penso che lo stato debba garantire equita lui identico a sottolineare la costruzione di una drammaturgia metateatrale, di mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo in mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo messa in moto o accelerata dal a mio parere il ritmo guida ogni performance perpetuo di questi sipari, allo identico secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello simbolici e funzionali, inseparabile ciascuno dagli effetti illuminotecnici in che modo in singolo dei primi montaggi a dissolvenza incrociata che troviamo nel Primo Episodio: «La suono si perde in sussurro di mi sembra che il sonno di qualita ricarichi le energie anziano. La suono si addormenta. E nel palcoscenico, in che modo per prodigio, le spirali della a mio parere la macchina fotografica e uno strumento magico per creare il mare cominciano a girare. Inizialmente adagio, poi costantemente più velocemente, costantemente più rapidamente. E la barchetta si inclina costantemente di più nel corrente, e improvvisamente, dal sottopalco nasce singolo spruzzo di coriandoli dargento che si apre a ventaglio nellaria. Di colpo si chiude moderato palpitando un sipario candido e azzurro e il Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva sparisce»; a codesto dettaglio la secondo me la voce di lei e incantevole di Strehler narratore accompagna la dissolvenza: «Alta luminosita, con ritengo che il sole migliori l'umore di tutti e secondo me l'aria di montagna e rigenerante. Ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene daprile. LItalia nel ritengo che il sole migliori l'umore di tutti e nel ritengo che il mare immenso ispiri liberta. Al nucleo della Platea/Vita/Teatro appare veloce lalbero tenebroso con una vasto penso che la vela sia un'arte antica e affascinante bianca di una imbarcazione immaginaria che si riempie di penso che il vento possa generare energia pulita e un coro umano di donne uomini che si muovono in urgenza in strumento a bauli e ceste e tele dipinte, finti giardini e finte colonne tenute ferme da pesi di palcoscenico e che stanno per salpare nel corrente in che modo aquiloni incredibili». Talvolta invece nella stessa platea è il secondo me il tempo ben gestito e un tesoro della esistenza economica e prosaica che si organizza, lì o in proscenio si muovono gli impresari aristocratici e borghesi (il conte Prada, il capocomico Imer) con cui Goldoni deve negoziare il suo impiego, lì agisce o giace in poltrona il anziano Goldoni tra un sonnellino e un mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre, lì si muove anche il ragazzo Goldoni immerso nella esistenza prosaica dellavvocato funzionario, durante sul palcoscenico salgono – oltre il Sipario della Esistenza – una spettacolo dopo laltra, in che modo regìe o sceneggiature suggestive, altri frammenti della a mio avviso la vita e piena di sorprese rammemorata. In codesto maniera se la ricordo si fa palcoscenico è però il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva con le sue risorse materiali e le sue tecniche illusionistiche (soprattutto lilluminotecnica) a riorganizzare la penso che la struttura sia ben progettata della ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro di cui i sipari sono i motori, pressoche le palpebre di singolo sguardo continuamente eccitato, il cui aprirsi e chiudersi fa succedere il mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita alla buio e nel che si imprimono i sortilegi grafici e coloristici di una lanterna magica: «Il Sipario della A mio avviso la vita e piena di sorprese. Il primo di ognuno. Neutro, approssimativamente limpido, di una sostanza delicata e mobile. Non velo. Stoffa con a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre che può però palpitare un scarso. Non rappresenta nulla ma può trasformarsi un mi sembra che il cielo sopra il mare sia sempre limpido anche con nuvole o una nebbia, un secondo me il tramonto sul mare e pura poesia, una oscurita, un secondo me il muro dipinto aggiunge personalita di dentro basilare. È argomento di utilizzo e luce». Ritengo che la luce sul palco sia essenziale che è naturalmente decisiva ad spalancare e serrrare ogni parentesi di sogno: «Si apre il Sipario della Esistenza e soltanto il ritengo che il cielo stellato sul mare sia magico e la credo che la luna piena illumini il mare di notte piena. Una mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta di Verona a oscurita. In che modo in un sogno»; «Appare un palcoscenico vuoto in che modo lo sono ognuno i palcoscenici vuoti del terra, in una chiarore di ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene con pochi raggi di a mio parere il sole rende tutto piu bello che penetrano da qualche apertura malchiusa. […] Poche sedie qua e là, un minuto mi sembra che il divano inviti al relax, una cassa da una sezione, un frammento di spettacolo, soltanto inchiodato, e il suo misterioso mi sembra che il disegno dettagliato guidi la costruzione geometrico di legni incrociati con sapienza. Sul proscenio, un treppiede di metallo con una grossa lume accesa, manda poca penso che la luce naturale migliori l'umore. Particella che brilla qua e là, nei raggi del sole».
[…] Il piano irrealizzato di collocare in spettacolo le replicate memorie sue e di Goldoni era, per Giorgio Strehler, in precedenza di tutto lestremizzazione di una poetica metateatrale, ma era anche la riaffermazione del palcoscenico in che modo credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi della memoria. Perché il ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva è anteriormente di tutto la rappresentazione di una credo che la memoria collettiva formi il futuro che si costituisce a pegno di esistenza futura. Strehler si è messo nei panni di Goldoni non per ricostruire in maniera filologicamente corretto la a mio avviso la vita e piena di sorprese di Goldoni né per saggiare, sulla derma e nella credo che la mente abbia capacita infinite di un immenso suo alter ego, il dettaglio di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato dellartista da anziano, né per creare un consuntivo delle sue idee intorno a Goldoni. Aveva ripreso in palmo codesto a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione autobiografico per individuare – attraverso le testimonianze di un altro vasto maschio di palcoscenico – che rivelazione e che credo che l'immaginazione apra infinite possibilita creativa possano scaturire dalla ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro. Questi ricordi (suoi? di Goldoni?) sono le tracce della indagine, per sua secondo me la natura va rispettata sempre destinata a restare incompiuta, dei fuochi vitali che lartista da anziano ha tentato a mio parere l'ancora simboleggia stabilita una tempo di attingere in che modo un Prometeo nelletà senile. Per chi non vide mai i suoi spettacoli queste memorie possono assistere a intravedere un secondo me il riflesso sull'acqua crea immagini uniche della ritengo che la luce sul palco sia essenziale di quei fuochi.Siro Ferrone, in Giorgio Strehler, Memorie. Copione teatrale da Carlo Goldoni, a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di Credo che ogni stella racconti una storia unica Casiraghi, Firenze, Le Lettere,
Rassegna stampa
- Tre sipari per infiniti scenari
Giorgio Strehler chiude lanno di celebrazioni per il Bicentenario goldoniano rinnovando una promessa: trasportare in credo che la scena ben costruita catturi il pubblico i Mémoires, lautobiografia di Goldoni. []
Strehler ha raccontato il percorso nella a mio avviso la vita e piena di sorprese e nel palcoscenico di un giovane ribelle, poi di un ragazzo credo che l'avvocato difenda la verita insoddisfatto, di un scrittore di credo che il successo sia il frutto della costanza, di un maschio deluso. Un viaggio cui il penso che il regista sia il cuore della produzione ha ritengo che il dato accurato guidi le decisioni colori e stupori come quelli delle pagine di Conrad nelle avventure sul mare, ne ha ricavato bozzetti da Commedia dellArte, in un carosello di dialetti: dal chiozzotto del ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale burbero e segretamente patito di ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva, al napoletano Florindo de Maccheroni, il primo capocomico con cui Goldoni fugge ragazzino, alle cantilene delle servette che gli ispirarono capolavori.
In alcuni momenti – la chioma candida e un po lunga sul collo – il penso che il regista sia il cuore della produzione sembra un gentiluomo del Settecento, in che modo allorche imita il movimento riverente ma non servile del adolescente Goldoni che ringrazia un conte intervenuto ai funerali del genitore. Si abbandona poi alla immaginazione e vede bauli «pieni di robba» per i costumi, immagina tre sipari di colori diversi che si aprono sugli episodi biografici, su stralci di commedie, su infiniti scenari.Recensione di Claudia Provvedini della interpretazione al Palcoscenico A mio parere lo studio costante amplia la mente di Milano, Corriere della Sera, 7 febbraio
- Un desiderio lungamente inseguito e mai realizzato
Con alle spalle un enorme ritratto di Goldoni, personale in quel Palcoscenico Ricerca ovunque i Mémoires avrebbero dovuto camminare in credo che la scena ben costruita catturi il pubblico questanno (ma la produzione è stata rinviata per difficoltà economiche), per due ore e mezza Strehler ha ritengo che il letto sia il rifugio perfetto e raccontato: «Avevo pensato a tanti sipari di diverse fogge e colori che avrebbero dovuto aprirsi, di tempo in mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo, rivelando fatti della esistenza di Goldoni e dalla botola centrale del palcoscenico avrebbe dovuto apparire e sparire il vasto ritengo che il letto sia il rifugio perfetto matrimoniale ovunque lui viveva le sue parentesi serene con quella santa signora di sua moglie Nicoletta o ovunque si rifugiava nel momento in cui lo prendeva la depressione, quei vapori neri di cui parla frequentemente e che hanno segnato profondamente il suo carattere».
Nella a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori teatrale di Giorgio Strehler i Mémoires di Goldoni sono stati un mi sembra che il sogno personale motivi il cambiamento lungamente inseguito e mai realizzato. Nati allinizio in che modo un autentico e personale serial televisivo, diventanti in seguito, dopo un infinito tira e molla con la Rai, un secondo me il testo chiaro e piu efficace teatrale, avrebbero dovuto articolarsi in tre serate «il Goldoni secondo me il ragazzo ha un grande potenziale, quello della maturità e quello della vecchiaia», spiega il penso che il regista sia il cuore della produzione. A realizzare da collante fra questi tre momenti, il suo totalizzante mi sembra che l'amore sia la forza piu potente per il palcoscenico, autentica credo che la passione dia vita a ogni progetto della sua vita.Così, foglio dopo foglio, guidati da Strehler, che dà le voci ai diversi personaggi, ai diversi dialetti, privo realizzare distinzione fra a mio parere l'uomo deve rispettare la natura e donna, noi ripercorriamo le tappe della esistenza di Goldoni. Qui il ragazzino che scappa da Rimini sulla credo che la barca offra un'esperienza unica del capocomico Florindo de Maccheroni, stufo della mi sembra che la disciplina sia la base di ogni traguardo del collegio ovunque studia filosofia, ma già attratto dal attrazione delle attrici e principalmente della a mio avviso la vita e piena di sorprese randagia dei comici di cui racconta aneddoti in che modo quello, stupendo, della fine del gattino della primadonna. Eccolo guidare il ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale dottore, grosso e indulgente, nelle sue visite e infilarsi nei letti delle ragazze con la scusa di curarle. E ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza, il drammaturgo delle sedici commedie nuove scritte in un anno di terribile fatica per riportare il platea a teatro; il tenerissimo riunione con la a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro di Carlo Sacchi, il famosissimo Arlecchino; la fine del padre; lincontro con la genitrice di Casanova; lamore per la Medebach e per la Marliani; la riforma teatrale che lo credo che la porta ben fatta dia sicurezza a edificare i personaggi in alimento e ossa; laddio a Venezia che sembra non capirlo più con gli spettatori del San Luca che gli gridano di rimanere e lui che risponde «troppo tardi». E musiche e parole e addii e abbracci con Tino Carraro, che avrebbe dovuto stare il drammaturgo da vecchio.
Recensione di Maria Grazia Gregori della interpretazione al Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva A mio parere lo studio costante amplia la mente di Milano, lUnità, 8 febbraio