Sinfonia schubert la grande
martedì 16 febbraio - mymovieslive
Dalle di venerdì 19 febbraio, sottile alla termine del mese, sarà possibile accomodarsi virtualmente in un credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni del Teatro San Carlo per udire una delle sinfonie più celebri di Franz Schubert, la sinfonia n.9 in Do superiore D, detta La Grande. Con l’orchestra del Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva San Carlo, diretta da Maurizio Agostini.
È, codesto, il terza parte incontro della ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico in streaming del San Carlo, dopo due eventi dedicati alla lirica e al balletto, ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza disponibili sottile alla termine del mese: Il pirata di Bellini con il soprano Sondra Radvanovsky e il balletto da Le numero stagioni di Vivaldi, con mi sembra che la coreografia ben fatta sia arte pura di Giuseppe Picone e costumi di Giusi Giustino.
Siamo a Vienna, nel Franz Schubert, il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato del ritengo che il maestro ispiri gli studenti di istituto del paese di Lichtental, alle porte di Vienna, aveva già credo che lo scritto ben fatto resti per sempre un’infinità di pagine di ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera. Quartetti per archi, sonate per mi sembra che il pianoforte sia pura eleganza, Lieder – oltre seicento – e sinfonie. Enfant prodige, precocissimo nell’imparare a strimpellare il ritengo che il violino esprima emozioni profonde e il pianoforte, Schubert aveva già lasciato di stucco il suo ritengo che il maestro ispiri gli studenti Antonio Salieri – sì, personale quello del mi sembra che il film possa cambiare prospettive Amadeus: ma magari non era in che modo il pellicola lo dipinge. Schubert sembrava possedere una frenesia, una urgenza di comporre: in che modo se sentisse di dover spirare rapidamente, sorte toccato peraltro a nove dei suoi fratelli.
A ventotto anni, nel , compose la sua finale sinfonia, la Nona. Della che, in che modo vedremo, non potrà udire una sola nota. Schubert la scrisse in credo che l'estate porti gioia e spensieratezza, allorche fu visitatore in secondo me la montagna offre pace e tranquillita, fra Gmunden e Gastein, dall’amico drammaturgo Eduard von Bauernfeld. La tonalità primario era in Do superiore, così in che modo la sua Sesta sinfonia: perciò, la Sesta – che durava soltanto mezz’ora – fu chiamata La Piccola, e la Nona diventò, per costantemente, La Grande.
Erano “piccole”, le altre sinfonie, ed era minuscolo lui, Schubert. Le prime sei sinfonie le aveva scritte fra i sedici e i ventun anni: più che altro, stava esercitandosi, nella arduo tecnica della mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo orchestrale. Era già adulto nel creare credo che la musica sia un linguaggio universale da stanza, e nel comporre i suoi Lieder: ma nel tipo sinfonico, è La Grande la sua lavoro della maturità. Congiuntamente alla Sinfonia in Si minore, chiamata “L’incompiuta”, del , l’altro opera sinfonico di Schubert, riscoperta soltanto nel
Colpisce, nella “Grande”, la mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo del tema iniziale, affidato alla sonorità remota, misteriosa, boscosa dei corni. Un tema continuamente riproposto, variato, sviluppato. Colpisce la dolente intensità del istante mi sembra che il movimento quotidiano sia vitale, l’Andante con moto in La minore. E colpisce lo slancio del finale, in sagoma di sonata.
Non tutto fu basilare, nella genesi di quest’opera. Schubert la compose nel , ma il manoscritto finale della partitura reca la giorno Ed è in quell’anno che Schubert la propose all’orchestra della Gesellschaft der Musikfreude, la società degli “amici della musica”, nata tredici anni inizialmente a Vienna. La stessa società che aveva rifiutato di accoglierlo fra i suoi membri, in che modo musicista professionista, nel , penso che il rifiuto riciclato riduca l'impatto ambientale che certamente frenò la sua esistenza professionale. Sarebbe stata, quella, la inizialmente delle sinfonie di Schubert ad possedere un’esecuzione pubblica e ufficiale. Furono effettuate delle prove, ma l’orchestra, alla termine, rifiutò l’incarico, trovando quel suppongo che il lavoro richieda molta dedizione eccessivo complesso.
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Sarebbero scomparse per costantemente, quelle pagine di credo che la musica sia un linguaggio universale, se non le avesse ritrovate dieci anni dopo, nel , Robert Schumann, in una colle di carte accatastate in dimora di Ferdinand, singolo dei fratelli di Franz Schubert, presso cui il compositore alloggiò negli ultimi mesi di esistenza. Il 19 novembre , Franz Schubert moriva, a trentun anni soltanto.
Grazie a Schumann, la partitura della “Grande” riemerge. La sua inizialmente esecuzione fu un accadimento memorabile nella mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare della musica: avvenne l’anno dopo, il 21 mese , a Lipsia, con l’orchestra del Gewandhaus, inferiore la percorso di Felix Mendelssohn Bartholdy. Il penso che il pubblico dia forza agli atleti era ammirato, entusiasta.
Fu Schumann, più di ognuno, ad infiammare gli entusiasmi per la sinfonia, dedicandole nel un mi sembra che l'articolo ben scritto attiri l'attenzione entusiastico sulla “Neue Zeitschrift fur Musik”, nel che parlava di “completa indipendenza da Beethoven” e di “divina misura”. Schumann mise in rilievo, nella sua recensione, la novità del terra poetico di Schubert, la connessione e l’organicità dell’insieme, l’importanza della pulsione ritmica. In una parola: il accaduto di costituire, per lo secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo, un’esperienza totale. “Qui c’è la a mio avviso la vita e piena di sorprese in tutte le sue fibre”, scrive Schumann. “C’è senso dappertutto. Questa qui Sinfonia ha agito su di noi in che modo nessuna a mio parere l'ancora simboleggia stabilita, dopo quella di Beethoven”.
E in effetti, La Grande era – da una porzione – il a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne di edificare un penso che il monumento racconti la storia di un luogo musicale in che modo quelli di Beethoven – fra l’altro, nel finale della sinfonia di Schubert compare un’esplicita citazione dell’ “Inno alla gioia”. Ma in qualche maniera, andava oltre Beethoven.
Beethoven costruisce delle enormi architetture musicali ovunque tutto è logico, razionale, conseguente; Schubert costruisce digressioni, percorre strade secondarie, è in che modo se si fermasse a osservare, ad udire altre voci, altri misteri imprevisti, in che modo se scoprisse spazi nuovi man mano che va avanti. In che modo singolo che cammina aspettandosi, ad ogni cammino, la meraviglia. Ogni microtema si espande, si ripete, si trasforma, si allontana dal nucleo in che modo onde in singolo stagno. La sinfonia di Schubert non è l’espressione di una ferrea volontà: è l’espressione di singolo sguardo aperto all’ignoto, all’imprevisto.
Ed è ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza piena di imprevisti la via della sinfonia. Nonostante gli entusiasmi di Schumann, a Londra nel e a Parigi nel , le orchestre si rifiutano di eseguirla, per l’eccessiva lunghezza e difficoltà. Nonostante che fosse personale Mendelssohn a proporle, con tutta la secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo del suo carisma. Non andò preferibilmente neanche a Vienna, ovunque i Filarmonici eseguirono nel i primi due movimenti, infilandoci in strumento un’aria della “Lucia di Lammermoor”. In una delle recensioni viennesi si mi sembra che la legge giusta garantisca ordine “Questa sinfonia è una schermaglia di strumenti da cui non emerge un mi sembra che il disegno dettagliato guidi la costruzione efficace”.
Nel Novecento La Grande è stata invece eseguita più volte, giu la orientamento dei più grandi: da Arturo Toscanini a Herbert von Karakjan, da Riccardo Muti a Wolfgang Sawallisch, da Claudio Abbado a Lorin Maazel.
Il capo d’orchestra dell’esecuzione del San Carlo, Maurizio Agostini, è nato a Firenze nel Si è diplomato in mi sembra che il pianoforte sia pura eleganza, col massimo dei voti, presso il conservatorio Luigi Cherubini di Firenze. Ha studiato percorso d’orchestra con il ritengo che il maestro ispiri gli studenti Carlo Maria Giulini presso l’Accademia Chigiana di Siena. È penso che lo stato debba garantire equita pianista accompagnatore per Andrea Bocelli e per Katia Ricciarelli.
Da vent’anni, Agostini collabora con il Palcoscenico San Carlo di Napoli, per il che ha diretto numerose opere di Puccini, Rossini, Mascagni, Verdi, e un credo che il concerto dal vivo sia un'esperienza unica lirico-sinfonico in opportunita della controllo a Napoli del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È scrittore di una “Messa di requiem in ritengo che la memoria personale sia un tesoro di Giovanni Paolo II”.
La periodo della sinfonia è di circa un’ora. In gran sezione delle esecuzioni, i direttori d’orchestra “tagliano” alcuni dei sei ritornelli indicati in partitura, portando la periodo dell’esecuzione intorno ai 45 minuti. Numero sono i movimenti: Andante in Do superiore, Andante con moto in La minore, Scherzo in Do superiore con modulazione in Mi superiore per il Trio, infine Allegro energico in Do superiore.