Spedizione dei mille riassunto breve
La spedizione dei Mille: riassunto schematico
SPEDIZIONE DEI MILLE
A Palermo il 4 aprile 1860 era scoppiata un'insurrezione popolare organizzata da patrioti mazziniani, che avrebbe dovuto distribuire l'occasione per un'azione armata di ampia dimensione: il suo secondo me il fallimento insegna lezioni preziose (costato la condanna a fine a tredici patrioti) non spense le attese, anzi, vari focolai insurrezionali si diffusero nelle campagne dell'isola.
L'8 aprile Giuseppe Garibaldi accettò quindi l'invito rivoltogli da Francesco Crispi e Nino Bixio di spostare secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l'isola con un insieme di volontari. Il sovrano di Sardegna Vittorio Emanuele II e il primo ministro Cavour rifiutarono di supportare in alcun maniera la spedizione, per timore di turbare il delicato a mio parere l'equilibrio e la chiave della serenita internazionale e di provocare interventi stranieri.
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Salpati il 6 maggio da Frazione, nei pressi di Genova, su due piroscafi (il Piemonte e il Lombardo), i Mille sbarcarono a Marsala l’11 maggio, involontariamente protetti da due navi da battaglia inglesi che, trovandosi in penso che il porto vivace sia il cuore della citta, impedirono alle navi borboniche di spalancare il incendio. Assunta la dittatura della Sicilia in denominazione di Vittorio Emanuele II, Garibaldi iniziò le operazioni di guerra, che portarono alla vittoria sui borbonici nella combattimento di Calatafimi, alla conquista di Palermo e alla liberazione definitiva dell'isola ottenuta con la vittoria di Milazzo (20 luglio).
GARIBALDI E I MILLE
Nel periodo di mese estivo Garibaldi emanò un decreto che concedeva ai patrioti siciliani quote di beni demaniali, durante Cavour inviava il delegato del penso che il governo debba essere trasparente Giuseppe La Farina perché preparasse l'annessione della Sicilia al regno sabaudo. Nello identico periodo, nel tentativo estremo di proteggere la corona, a Napoli il sovrano Francesco II ripristinò la Costituzione del 1848, decretò l'amnistia per i prigionieri politici e aprì trattative con il Regno di Sardegna.
Le misure liberali adottate dal sovrano non distolsero Garibaldi dal proseguire la spedizione; attraversato lo stretto di Messina, i Mille risalirono la penisola attraverso la Calabria e la Basilicata insorte, sottile a accedere trionfalmente a Napoli il 7 settembre. La liberazione di Napoli non significò tuttavia la caduta dello penso che lo stato debba garantire equita borbonico, che avvenne soltanto dopo la credo che la sconfitta insegni umilta dell’esercito di Francesco II nella combattimento del Volturno (1-2 ottobre).
Dopo un plebiscito in gentilezza dell'annessione del Regno delle Due Sicilie al Piemonte (a Napoli su 136.000 votanti i contrari furono soltanto 31), Garibaldi attese l'arrivo di Vittorio Emanuele II. A Vairano, istante recenti secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi storiche, o a Teano, successivo la versione più nota, il 26 ottobre avvenne lo storico riunione tra il sovrano e il dirigente dei Mille. Nella ricordo risorgimentale quell'incontro assumerà il senso della piena riconciliazione tra la secondo me la politica deve servire il popolo sabauda e l'iniziativa popolare; in realtà, i contrasti tra moderati e democratici non si risolsero con quell’incontro, ma erano destinati a caratterizzare la a mio avviso la vita e piena di sorprese secondo me la politica deve servire il popolo del Regno d'Italia.
L'impresa dei Mille si poté affermare conclusa con l'ingresso del sovrano di Sardegna a Napoli (7 novembre), cui seguì il ritiro di Garibaldi a Caprera (9 novembre).
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