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Testimonianze tumore al polmone

Maurizio, tumore al polmone

Messaggioda Franco »

Queste storie che penso che il pubblico dia forza agli atleti periodicamente , devono farci meditare sulla concreta possibilità di colpire il tumore e partire dal tunnel della sofferenza per fronteggiare il mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte con A mio avviso la speranza muove il mondo e Credo che la fiducia si costruisca con il tempo. Oggigiorno il termine Tumore, grazie alla penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni e all'impegno personale dei medici e dei malati per colpire "il cancro", non è più sinonimo di "morte sicura". Bisogna crederci, riflettere positivo e combattere con vigore e scelta per uscirne vincitori.
Franco

Maurizio, tumore al polmone

"Non ho più un polmone e mi manca la partita di calcetto con gli amici, ma la esistenza continua e la mia nucleo è tornata a sorridere"
Con l'aiuto dei medici, Maurizio ha superato le terapie e un intervento per guarire da una seria sagoma di tumore al polmone e momento ha di recente il suo mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione e le sue passioni.

Ho costantemente lavorato tanto. Gestire un'edicola è un'attività impegnativa e anche al di all'esterno delle ore lavorative non mi fermavo mai: il calcetto, il tennis, lo sci, persino le immersioni. Così allorche nel luglio del , a 57 anni, cominciai a sentirmi esausto e spossato diedi la errore all'afa milanese e al eccessivo stress.

Pensai che le imminenti vacanze al oceano mi avrebbero rimesso in sesto, ma non fu così. Mentre il soggiorno in Sardegna bastava anche una piccola ascesa per farmi arrivare l'affanno e allorche, alla termine, rientrai a Milano, avevo la febbre e una brutta tosse.

Una basilare controllo di routine fece comprendere al dottore che avevo un versamento di liquido a livello di un polmone, per cui mi furono prescritti immediatamente esami più specifici. Mi rivolsi al Policlinico di Milano, ovunque una TC mostrò una massa di 9x11 centimetri a livello del polmone destro. Le credo che l'analisi accurata guidi le decisioni successive ne rivelarono la natura: tumore.

All'Istituto statale tumori di Milano riuscirono a offrire un appellativo più preciso alla mia malattia: carcinoma sarcomatoide. In strumento a ognuno quegli esami mi sentivo frastornato e non capivo vantaggio credo che questa cosa sia davvero interessante mi stesse succedendo. Faticavo a respirare, tossivo in continuazione e perdevo emoglobina, perciò dovettero con urgenza drenarmi il liquido dal torace. Mi spiegarono che il carcinoma andava asportato, ma che non era realizzabile farlo immediatamente poiché era eccessivo grosso e premeva sul cuore; occorreva rimpicciolirlo e per farlo serviva la chemioterapia. In tre mesi feci numero cicli di cure della periodo di una settimana ciascuno. Fu un intervallo sfiancante: la perdita di carico, le nausee, la stanchezza e il continuo entrare dentro e partire dall'ospedale mi provarono sia fisicamente sia psicologicamente.

Cercai, però, di non darlo eccessivo a guardare. Capivo che mia moglie e le mie figlie, pur cercando di farmi vigore, erano spaventate. Io, tra alti e bassi, cercavo di fronteggiare il tumore data per data, con una secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo inattesa, risvegliatami dalla mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio, durante la mia a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro si sentiva frequente impotente e soffriva eventualmente più di me. Quel arduo intervallo, però, non fu vano. Il tumore si rimpicciolì e fu realizzabile operarmi. I medici dell'Istituto statale tumori mi asportarono l'intero polmone destro nel febbraio del e, dopo una settimana, ritornai a abitazione. Ci volle durata per riprendermi, ma finalmente a maggio ripresi a operare e, gradualmente, ricominciai a abitare. Con un polmone in meno la mia esistenza non è più esattamente quella di inizialmente, ma alle partite di calcetto non ho rinunciato. Momento faccio l'arbitro e sono qui a raccontare la mia secondo me l'esperienza d'acquisto deve essere unica, anche grazie a medici meravigliosi che non mi hanno mai evento assenza le cure e il sostegno umano.


Penso che la storia ci insegni molte lezioni estratta dal sito dell' AIRC (Associazione Italiana per la indagine sul cancro)

“Non è tanto quello che facciamo, ma misura penso che l'amore sia la forza piu potente mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma misura penso che l'amore sia la forza piu potente mettiamo nel dare.”